Realizzato a Pisa il primo dispositivo fotonico capace di velocizzare le connessioni in fibra

I ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT) mettono a punto un dispositivo fotonico per la conversione dei dati elettronici in dati ottici in maniera estremamente efficiente. Grazie alle piccole dimensioni potrà essere usato anche sui singoli elaboratori elettronici.

Con la pubblicazione su Nature Photonics, la ricerca condotta dagli esperti dell’Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni (CNIT), acquista immediatamente una valenza internazionale.

Nell’ambito del programma europeo Graphene Flagship, formato da circa 150 partner e sovvenzionato con un miliardo di euro di investimenti, gli studiosi italiani sono riusciti a realizzare e a dimostrare il funzionamento del primo modulatore ottico di fase al mondo, realizzato in grafene e silicio.


Si tratta di un innovativo dispositivo fotonico utilizzato per la conversione dei dati elettronici in dati ottici in maniera estremamente efficiente.
Il nuovo dispositivo ha dimensioni di circa mezzo millimetro e le sue dimensioni possono essere potenzialmente ridotte fino a un decimo di millimetro: basato su micro-fotonica in silicio e un singolo strato di grafene, strato monoatomico di carbonio con spessore inferiore al miliardesimo di metro, il device appena messo a punto consentirà di velocizzare enormemente le comunicazioni su fibra ottica.

Le tecnologie ottiche per connessioni dati sono infatti oggi usate non soltanto per i collegamenti transnazionali, transcontinentali e transoceanici: la fibra è cominciata ad arrivare nelle case e negli uffici d’Italia, sino all’utente finale.
Grazie alla convenienza in termini di prestazioni e di costi nel prossimo futuro queste tecnologie saranno utilizzate anche all’interno dei calcolatori elettronici per interconnettere gli elementi base dei computer come i processori, le memorie e le periferiche.
Il marcato aumento delle prestazioni complessive dei dispositivi elettronici sarà reso possibile grazie all’integrazione fotonica e alla corrispondente riduzione delle dimensioni e dei consumi dei dispositivi.

Ecco quindi perché il dispositivo fotonico realizzato da Sant’Anna e CNIT acquista un’importanza cruciale.
La ricerca ha dimostrato che è possibile realizzare nuovi dispositivi come quello messo a punto ricorrendo alle stesse infrastrutture e agli stessi processi tecnologici usati per produrre i componenti microelettronici, quindi senza grandi ulteriori costi di sviluppo.
Le peculiari proprietà fisiche del grafene – materiale compatibile con queste tecnologie, economico, e particolarmente performante – possono aggiungere funzionalità ai nuovi dispositivi permettendo di raggiungere performance sinora inimmaginabili.

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