Secondo gli storici la decodifica dei messaggi cifrati dai nazisti con le macchine Enigma durante la seconda guerra mondiale avrebbe permesso di ridurre la durata del conflitto di almeno due anni consentendo di salvare milioni di vite.
Alan Turing è considerato uno dei “padri” dell’informatica per i suoi contributi volti alla realizzazione dei primi computer elettronici digitali programmabili; ai progressi teorici nel campo dell’intelligenza artificiale; all’introduzione del concetto di Ipercalcolo; alla presentazione della “macchina di Turing” e a molte altre geniali intuizioni.
Turing fu però anche un eroe di guerra perché grazie al suo impegno divenne possibile decodificare le comunicazioni segrete dell’esercito tedesco: vedere l’articolo Alan Turing: il genio che sconfisse “Enigma” che pubblicammo nel 2012 a distanza di 100 anni dalla nascita del matematico e crittografo britannico.
Le macchine Enigma usavano più “dischi” cifrati o “rotori” posti tra loro “in cascata”: ciascuno di essi aveva 26 contatti, uno per ogni lettera dell’alfabeto tedesco. Furono usate da tutte le forze armate tedesche sin dalla fine degli anni ’20 e anche durante il secondo conflitto mondiale.
Oggi uno studente di ingegneria di Cambridge ha costruito una replica completamente funzionante di un ciclometro polacco degli anni ’30 creato da Marian Rejewski, crittografo poco conosciuto che fu una sorta di precursore del lavoro poi svolto da Turing.
La replica ha richiesto più di un anno per essere completata ed è stata generosamente finanziata dal King’s College di Londra nell’ambito di un progetto che mira a riconoscere gli studi svolti dall’esperto polacco e metterli in diretta correlazione con quelli poi conclusi da Turing che ha studiato e lavorato nella stessa università.
Per quanto noto, la macchina di Rejewski è stato il primo ciclometro elettromeccanico basato su hardware in funzione prima della seconda guerra mondiale (le macchine originali furono distrutte nel 1939 per evitare che cadessero nelle mani degli invasori tedeschi).
Il Regno Unito ammette quindi che furono i polacchi i primi a decifrare con successo il codice Enigma prima dell’inizio della guerra utilizzando vari sistemi, metodi matematici di alto livello e macchine appositamente progettate. “Il loro lavoro e le loro conoscenze si sono rivelati preziosi, e hanno gettato le basi per il successivo successo degli Alleati con la squadra guidata da Turing a Bletchley Park“, spiegano oggi a Cambridge.
Sul tema crittografia, suggeriamo la lettura dell’approfondimento Crittografia: come funziona e perché è fondamentale usarla.