Meta, insieme a Microsoft, è tra le aziende che stanno puntando molto sull’intelligenza artificiale. Nel corso dell’ultimo evento mediatico – durante il quale è stato svelato anche il prototipo degli occhiali AR -, l’azienda di Menlo Park ha annunciato le nuove funzionalità AI dei Ray-Ban Meta che consentiranno agli utenti di avere supporto costante in tempo reale, ad esempio per ottenere informazioni su ciò che in quel momento stanno guardando.
Dubbi sui Ray-Ban Meta, l’azienda non risponde
Queste inedite feature hanno attirato l’attenzione perché sembrerebbero essere molto utili nel quotidiano, ma allo stesso tempo hanno fatto sorgere qualche domanda. Come utilizza tutti questi dati l’azienda guidata da Mark Zuckerberg? Vengono forse dati in pasto al sistema di addestramento dell’AI? Tale quesito è stato posto senza troppi giri di parole dalla redazione di TechCrunch, che però da Meta non ha ottenuto alcuna risposta. E questo silenzio non può fare altro che alimentare i timori.
In attesa di dichiarazioni ufficiali in merito (che potrebbero anche non arrivare mai…), ci si può muovere solo nel mare in tempesta delle ipotesi. Tuttavia risulta difficile non pensare a Meta che abbia effettivamente intenzione di usare le immagini catturate dagli occhiali Ray-Ban Meta per addestrare la sua intelligenza artificiale. Sarebbe bastato un secco “no” alla domanda avanzata da TechCrunch, ma il maldestro tentativo di aggirare lo spinoso argomento è a dir poco sospetto. “Non ci pronunciamo in merito“, ha affermato un portavoce dell’azienda.
Ma perché tanta preoccupazione? Come è ormai noto, il colosso statunitense addestra la sua AI anche con le immagini e le storie pubblicate su Instagram e Facebook, i due suoi social network, perché tali contenuti vengono considerati disponibili per tutti. I dati raccolti dai Ray-Ban Meta, per ovvi motivi, non possono invece essere messi sullo stesso piano di una foto su Instagram. E questo perché l’utente interagisce con l’AI privatamente.
Gli occhiali smart al centro della questione sono sul mercato ormai da un po’ e sono stati sempre utilizzati per scattare foto e registrare brevi video da condividere poi sui social. Perché è questo il loro scopo esplicito. Nel caso dell’intelligenza artificiale, la situazione è ben diversa, perché l’AI “guarda” cosa c’è intorno all’utente ma solo per fornire risposte contestuali. E se così non fosse? Se questi scatti privati venissero invece condivisi con l’azienda per l’addestramento dell’AI? Meta, purtroppo, non ha né confermato né smentito.