Per memorizzare i dati le unità SSD utilizzano chip di memoria flash di tipo NAND a loro volta composti da “celle”. Il cosiddetto garbage collector si occupa di gestire le celle di memoria e indicare come non più utilizzati quei blocchi di dati che contengono informazioni ormai cancellate. Il comando TRIM passa al controller dell’unità SSD le indicazioni sui blocchi da eliminare che provvede poi a rimuovere definitivamente i dati seguendo la periodicità e la “ricetta” definita dal produttore a livello di firmware. Ne abbiamo parlato nell’articolo SSD, come funzionano le tecnologie che li rendono più veloci.
Uno sviluppatore indipendente, Jeff Geerling, ha trovato il modo per abilitare l’utilizzo del comando TRIM sulle unità SSD collegate a una Raspberry Pi.
Nelle pagine de IlSoftware.it ci siamo spesso soffermati sulle potenzialità di un single-board computer come Raspberry Pi.
Geerling ha spiegato che mentre le schede microSD inserite nell’apposito slot sembrano supportare TRIM di default, lo stesso non si può dire per le unità USB esterne.
Utilizzando le informazioni condivise anche da altri maker, Geerling è riuscito a individuare un metodo affidabile per attivare TRIM sulle unità SSD esterne collegate via USB a una Raspberry Pi 4.
I passaggi illustrati nel dettaglio in questa pagina sono tutt’altro che immediati ma a quanto sembra permettono di raggiungere il traguardo con successo.
Come ultimo passo Geerling fornisce anche gli strumenti per eseguire il comando TRIM, ad esempio, su base settimanale. Il tutto dando per scontato, ovviamente, che l’unità a stato solido collegata alla Raspberry Pi supporti TRIM.