Rai, TV su 5G senza consumo dati: cosa significa e come funziona

Le emittenti televisive, grazie al 5G Broadcast, possono trasmettere contenuti multimediali in diretta e in alta qualità sfruttando un modello multicast. La Rai ha avviato la sperimentazione di questa tecnologia a Roma e Torino. Ecco come funziona.

Le emittenti televisive possono trasmettere in 5G e veicolare, direttamente sui dispositivi degli utenti, contenuti multimediali in diretta e in alta qualità. La tecnologia che permette questo tipo di operazione si chiama 5G Broadcast: utilizza un modello multicast, ovvero l’invio dei dati una sola volta per tutti gli utenti fisicamente in una stessa area geografica, che ricevono i contenuti sui loro terminali. A partire con la sperimentazione è Rai che annuncia di aver avviato le trasmissioni in 5G nelle aree metropolitane di Roma e Torino.

Cos’è e cosa implica la trasmissione dei contenuti TV via 5G

L’invio di contenuti televisivi in streaming attraverso reti 5G è un passaggio importante perché di fatto trasforma i broadcaster TV in soggetti in grado di ampliare notevolmente l’offerta per la fruizione dei loro programmi. La tecnologia 5G Broadcast, già citata in apertura, permette infatti una trasmissione autonoma, svincolata da network di terze parti.

In situazioni di alta domanda, come nel caso degli eventi sportivi, 5G Broadcast permette di alleggerire le reti fornendo una modalità di fruizione dei contenuti alternativa.

Il vantaggio è che non serve neppure avere un collegamento dati attivo. Sulla carta, lo smartphone compatibile 5G potrebbe non necessitare neppure di una SIM attiva inserita nell’apposito slot (o di una eSIM).

Come ricevere il segnale TV utilizzando la connessione 5G dello smartphone

I SoC Qualcomm, ovvero il principale chip che governa il funzionamento dello smartphone, almeno nei modelli più recenti, sono già compatibili con la tecnologia 5G Broadcast. Di fatto, quindi, gli smartphone 5G di ultima generazione dovrebbero già essere compatibili.

Il 5G Broadcast non richiede una SIM o un contratto di telefonia mobile; tuttavia, per ricevere i contenuti, lo smartphone deve essere in grado di sintonizzarsi su bande specifiche dedicate alla trasmissione dei segnali broadcast. Questo significa che il dispositivo deve essere progettato per ricevere segnali broadcast senza necessità di una connessione diretta client-server.

È questo, almeno per il momento, il punto più critico. Non esistono infatti ricevitori “ad hoc” per sintonizzarsi sulle frequenze utilizzate dalle emittenti televisive per lo streaming di contenuti multimediali via 5G.

Non è ancora chiaro quali siano i requisiti specifici a livello di software e driver per la ricezione delle trasmissioni in 5G Broadcast. È probabile che i produttori di smartphone rilasceranno aggiornamenti o app specifiche per abilitare questa funzionalità sui dispositivi compatibili quando la tecnologia sarà più diffusa.

Inoltre, è importante evidenziare che non tutti gli smartphone 5G saranno in grado di ricevere contenuti tramite 5G Broadcast, anche a fronte di aggiornamenti software. La compatibilità dipenderà dall’hardware del dispositivo.

Nel 2025, sperimentazione Rai con 5G Broadcast estesa ad aree del Paese molto più ampie

Nel suo breve comunicato, Rai osserva che le trasmissioni di test in 5G Broadcast nelle zone di Roma e Torino utilizzando frequenze dedicate in banda UHF, identificate e assegnate dal Ministero.

Con l’attivazione dei nuovi impianti trasmittenti, Rai potrà effettuare analisi accurate in termini di qualità di ricezione dei programmi televisivi “live”. L’idea è quella di sviluppare contestualmente anche contenuti innovativi e specificatamente destinati agli utenti in mobilità.

Come accennato in precedenza, inoltre, l’iniziativa messa in campo vuole facilitare il lavoro dei produttori di dispositivi mobili che possono sperimentare i loro terminali con la tecnologia 5G Broadcast.

La sperimentazione Rai sarà estesa nel corso del 2025 ad altre aree metropolitane del Paese.

Credit immagine in apertura: iStock.com – xijian

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