L’allarme era arrivato dalla Francia nelle scorse ore: diversi utenti avevano segnalato l'”apparizione” di messaggi privati, scambiato in passato con vari utenti, sul proprio diario di Facebook. Chi ha denunciato l’incidente ha parlato di una commistione tra comunicazioni che avrebbero dovuto restare private ed il contentuo della Timeline del social network. Risultato? Tutti gli amici sarebbero stati in grado di leggere missive personali e potenzialmente compromettenti.
Dal quartier generale di Facebook, però, si è voluto immediatamente gettare acqua sul fuoco spiegando che gli utenti francesi, probabilmente tratti in inganno da certa stampa, avrebbero preso le proverbiali lucciole per lanterne. I tecnici del social network hanno spiegato che i messaggi rilevati dagli utenti d’Oltralpe e pubblicati nel riquadro contenente i post degli amici, non hanno nulla di privato: si tratta di vecchie comunicazioni scritte dagli stessi utenti nelle bacheche pubbliche. Il qui pro quo sarebbe scaturito dal fatto che nel momento in cui tali messaggi – molto vecchi – sono stati pubblicati non era possibile commentare, ad esempio, gli aggiornamenti di stato su Facebook nè utilizzare il ben noto pulsante “Mi piace“. Quei messaggi non avevano i permessi che permettono di rendere un contenuto privato quindi non sono mai state informazioni riservate.
Si tratterebbe, quindi, di un bug assolutamente inesistente proprio perché, prima del 2009, l’unico modo per scambiarsi dei messaggi era scrivere sulle rispettive bacheche.
Nonostante i chiarimenti di Facebook (l’azienda, nel frattempo, ha dovuto subire un nuovo tonfo in borsa), la Francia continua a puntare il dito contro la società di Palo Alto dichiarandosi non soddisfatta delle risposte ottenute. Ed è niente meno che il ministro per l’innovazione e l’economia digitale francese, Fleur Pellerin, a consigliare agli utenti di avviare un’azione legale nei confronti di Facebook qualora avessero rilevato l’esposizione pubblica di messaggi privati. Allo stesso tempo, è arrivata la convocazione a Parigi per i responsabili di Facebook, chiamati a fornire ulteriori delucidazioni sull’accaduto.
Il social network dovrà fornire “senza indugio spiegazioni chiare e trasparenti” dinanzi alla Commissione nazionale dell’Informazione e delle Libertà (CNIL).