Si è ufficialmente concluso il processo nei confronti dei responsabili di The Pirate Bay (TPB). Il giudice del tribunale di Stoccolma, città teatro della vertenza, ha condannato i tre amministratori del famoso sito dedito all’indicizzazione ed alla pubblicazione di file Torrent: Peter Sunde, Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm e Carl Lundström (quest’ultimo il principale finanziatore del progetto).
Le pene comminate sono pesanti: un anno di carcere a testa oltre al pagamento di 30 milioni di corone pari all’incirca a 2,7 milioni di euro di risarcimento danni. Secondo la sentenza emessa, i responsabili di The Pirate Bay hanno quindi violato le leggi sulla tutela del diritto d’autore. Non è stata quindi accolta la tesi della difesa: pur non ospitando in proprio contenuti coperti da copyright, “la Baia” avrebbe favorito attività illegali.
Gli imputati hanno comunque già precisato che presenteranno appello rispettando le tempistiche di legge (tre settimane).
La scorsa estate The Pirate Bay era stato oscurato nel nostro Paese per ordine della Procura di Bergamo. Successivamente, il provvedimento era stato annullato dal Tribunale di Bergamo che accolse, per vizio di forma, il ricorso presentato da Peter Sunde.
The Pirate Bay è stato poi protagonista di una serie di iniziative che hanno fatto discutere. Basti ricordare l’intenzione, manifestata dagli amministratori del sito, di acquistare (progetto poi non andato in porto) “Sealand”, principato che “giace” su una struttura artificiale realizzata durante la Seconta Guerra Mondiale, nelle acque del Mare del Nord.
La sentenza del tribunale svedese è stata accolta con favore dalle associazioni che tutelano i diritti delle imprese produttrici e distributrici di materiale audiovisivo. La FIMI, attraverso le parole del presidente Mazza, ha dichiarato: “il tribunale di Stoccolma sembra aver accolto in pieno le prove, tra le quali anche i dati sui danni provocati da Pirate Bay a produttori ed artisti italiani, dando un efficace segnale che l’illegalità non è tollerata”. Sul sito della federazione viene precisato, inoltre, che gli utenti che utilizzano siti come The Pirate Bay per scaricare brani in modo non autorizzato “rischiano di incorrere nelle sanzioni previste dall’art. 174 ter (sanzione amministrativa pari a 154 euro) oppure dagli art. 171 a-bis e 174 bis (multa fino a 2065 euro e sanzioni amministrative pari a 103 euro per ogni file illegalmente immesso in rete)“.
Nel frattempo, “i pirati” ironizzano sulla vicenda dicendosi certi che nei successivi gradi di giudizio otterranno ragione.