I primi quattro nuovi processori AMD Ryzen 5000 basati su architettura Zen 3 saranno immessi sul mercato il prossimo 5 novembre: AMD presenta l’architettura Zen 3 e i nuovi processori Ryzen 5000.
Obiettivo di AMD è ovviamente quello di essere pronta per il periodo degli acquisti natalizi offrendo un’alternativa affidabile e performante all’offerta della rivale Intel. Sui principali negozi online e presso la grande distribuzione saranno disponibili sia i nuovi sistemi desktop basati su Ryzen 5000 che le CPU singole. A tale proposito vale la pena ricordare che per le schede madri della serie 400 l’aggiornamento del BIOS capace di attivare il supporto per i Ryzen 5000 non arriverà prima di gennaio-marzo 2021.
Come abbiamo sottolineato nell’articolo citato in apertura, la sfida a Intel è palese con gli ingegneri di AMD che hanno migliorato significativamente le prestazioni dei Ryzen 5000 rispetto alla precedente generazione sul piano delle istruzioni per ciclo (IPC), delle frequenze di lavoro, delle latenze, delle performance in single thread.
Sul sito di Cinebench R20, nota e apprezzata piattaforma per valutare le prestazioni dell’hardware, sono comparsi alcuni riferimenti ai nuovi processori AMD Ryzen 5000. Li pubblichiamo di seguito insieme con tutti i riferimenti alle CPU della concorrenza.
I primi test confermerebbero il balzo in avanti rimarcato dai tecnici di AMD per quanto riguarda le performance nelle elaborazioni single thread. Il miglioramento è pari al 19% circa rispetto alla generazione passata ed è un aspetto fondamentale anche nelle attività quotidiane, ad esempio durante la navigazione sul web per la gestione di codice JavaScript complesso, durante l’avvio delle applicazioni e nella gestione di moltissimi processi.
I processori Intel Core di nona e decima generazione hanno di nuovo rinnovato la corsa verso frequenze di clock sempre più elevate: l’azienda di Santa Clara infatti voluto rompere la barriera dei 5 GHz. AMD, tuttavia, ha optato per una strategia diversa: offrire processori più efficienti, con migliori abilità in multithreading e un rapporto prezzo-prestazioni molto interessante.
Con Zen 3, si registra un leggero aumento delle frequenze di lavoro (100-200 MHz) che lascia AMD ancora “alle porte” dei 5 GHz. Come previsto, inoltre, non c’è un aumento del numero di core fisici e logici: il Ryzen 9 5950X mantiene i 16 core e 32 thread del Ryzen 9 3950X.
D’altra parte, grazie al miglioramento dell’IPC del 19%, non c’era bisogno di assumersi inutili rischi con l’aumento delle frequenze di clock. Gli ingegneri di AMD hanno ritenuto opportuno non compromettere stabilità, consumi energetici e temperature “per qualche MHz in più”.
Anche perché con il processo litografico a 7 nm salire in termini di frequenze di lavoro può rivelarsi davvero controproducente.
Nulla è ancora certo ma è assai probabile che Intel intenda rispondere agli Zen 3 di AMD con i suoi Rocket Lake-S, processori che useranno i Cypress Cove 14nm+++, “adattamento” dei Willow Cove utilizzati nella serie Tiger Lake.
Dal momento che oggi ci sono ben poche applicazioni (e videogiochi) ottimizzati per sfruttare un elevato numero di core, i Rocket Lake-S resteranno verosimilmente su 8 core e 16 thread al massimo giocando la carta del balzo in avanti in termini di IPC tra il 10% e il 20% e delle frequenze di clock.
Una strategia, quella di Intel, che potrebbe così collocare i Rocket Lake-S in posizione di leadership rispetto agli Zen 3 di AMD ma molto al di sotto rispetto a questi ultimi in multithreading.