Il nuovo approccio seguito da Mozilla per il rilascio delle nuove versioni di Firefox ha provocato alcune reazioni stizzite e qualche critica da parte degli utenti. Firefox 5, pubblicato nei giorni scorsi, è stato considerato alla stregua di un aggiornamento di sicurezza confermando che la società non è intenzionata a rilasciare alcun update correttivo per la precedente versione 4.0.
Per Firefox 4 è stato infatti messa a disposizione un’unica patch, lo scorso aprile, e da questo momento in poi Mozilla non distribuirà più alcun aggiornamento per il prodotto concentrandosi esclusivamente su Firefox 5 così come sulle release future (6.0 e 7.0), già citate in questa pagina.
La strada imboccata da Mozilla prevede la pubblicazione di una major release del browser web opensource a cadenza esasettimanale. Il cliché è sostanzialmente quello impiegato da Google che a suo tempo fu criticata per i rilasci del prodotto ritenuti davvero troppo ravvicinati.
Nel caso di Mozilla Firefox le critiche arrivano soprattutto dal mondo delle imprese che, per politica interna, sono solite testare nuove major release prima di distribuirle sui vari sistemi client. Eccezioni in proposito sono state sollevate, ad esempio, l’ex sviluppatore IBM Mike Kaply che si è visto rispondere in maniera piuttosto piccata da Asa Dotzler, product manager del progetto Firefox. “Quel minuto speso a rendere felice un utente aziendale può essere speso, in maniera migliore, per rendere fecile un utente normale“, ha commentato Dotzler. Parole che anche secondo noi il manager di Mozilla avrebbe dovuto pesare decisamente meglio e che appaiono nettamente fuori luogo.
In molti, tra i quali Daniel Glazman – autore degli editor Nvu e di CaScadeS CSS -, hanno manifestato il proprio disaccordo con le posizioni di Dotzler ricordando che le aziende hanno largamente contribuito, in passato, al successo di Firefox. Glazman cita ministeri e governo francese, ad esempio, che hanno scelto di passare al browser opensource per il medio-lungo termine.
Microsoft stessa ha puntato il dito contro le dichiarazioni di Dotzler cogliendo l’occasione per rammentare come il supporto per Internet Explorer 9 sia garantito sino al 2020.
Oltre al “problema impresa”, la scelta intrapresa da Mozilla cozza anche con una gestione delle estensioni che sembra farsi più difficoltosa. Le estensioni che sono ritenuti incompatibili con le nuove major release di Firefox vengono infatti automaticamente disabilitate dal browser sintanto che i rispettivi autori non rilasciano un aggiornamento. Con la nuova roadmap, quindi, alcune estensioni potrebbero essere disattivate ogni sei settimane. “Dovreste rivolgervi a chi sviluppa i vari add-on per Firefox invitandoli ad utilizzare le API stabili disponibili nell’apposito SDK“, ha osservato, sul punto, Dotzler. “Se gli sviluppatori applicano questa procedura, le loro estensioni continueranno a funzionare in ogni versione di Firefox“.
Google Chrome non ha mai sofferto di problematiche legate alla gestione delle estensioni ed al rilascio di nuove API.
Aggiornamento: Jay Sullivan, Product Vice President di Mozilla Foundation, è voluto tornare sul caldissimo argomento “enterprise” affrontato da Asa Dotzler, product manager del progetto Firefox.
Con un intervento sul blog di Mozilla, Sullivan ha osservato come la sua società sia da sempre impegnata per offrire la migliore esperienza d’uso per gli utenti durante la “navigazione” sul web.
“Offrendo più velocemente degli update per Firefox, possimao proteggere gli utenti dalle minacce emergenti integrando, allo stesso tempo, il supporto per le tecnologie più innovative“, ha commentato Sullivan.
Sul tema scottante del supporto di Firefox nel mondo delle imprese, l’impressione è che Sullivan abbia voluto gettare acqua sul fuoco. Sebbene il progetto Firefox sia incentrato sulle necessità del singolo individuo, Sullivan riconosce come il prodotto sia ampiamente apprezzato anche in ambito aziendale. Che però ha politiche più severe per ciò che concerne il testing e la distribuzione degli aggiornamenti.
“Stiamo discutendo attivamente della possibilità di bilanciare le esigenze delle imprese“, ha spiegato Sullivan augurandosi che il dialogo costruttivo possa continuare.