Periodo nero per Google. Prima accusato, nelle scorse settimane, di aver cominciato ad utilizzare “cookie” con lo scopo di “tracciare” le abitudini degli utilizzatori poi condannato da un tribunale francese a pagare 75.000 Euro per aver rivenduto a terzi la possibilità di utilizzare marchi registrati di altre aziende per promuovere le proprie attività sulle pagine del celeberrimo motore di ricerca. A tal proposito, è stato intimato a Google (che sta già preparando un ricorso in appello) di eliminare – entro 30 giorni – tutti quei “link sponsorizzati” che invitino l’utente a visitare siti web concorrenti a quello dell’azienda che ha intentato la causa (per la cronaca, “Bourse des vols”, agenzia di viaggi francese).
L’ultima doccia fredda arriva da parte di Sharman Networks, Ltd., azienda che gestisce il famoso network peer-to-peer Kazaa e proprietaria dei vari marchi collegati con Kazaa.
E’ stato infatti richiesto a Google di eliminare immediatamente tutta una serie di link facenti riferimento a prodotti ritenuti illegali (ad esempio “Kazaa Lite”) poiché essi violerebbero i marchi registrati da parte di Sharman.
Se si prova ad effettuare una ricerca per “Kazaa Lite”, Google visualizzerà ora – in calce alla pagina – il messaggio seguente: In risposta ad un reclamo ricevuto ai sensi del Digital Millennium Copyright Act, abbiamo rimosso 6 risultato/i dalla pagina. Se si desidera, è possibile leggere il reclamo DMCA che ha portato alla cancellazione dei risultati.
Qualche guaio per Google, il motore di ricerca
Periodo nero per Google. Prima accusato, nelle scorse settimane, di aver cominciato ad utilizzare "cookie" con lo scopo di "tracciare" le abitudini degli utilizzatori poi condannato da un tribunale francese a pagare 75.