Non è soltanto una vostra impressione. La pubblicità YouTube è cresciuta vertiginosamente nell’ultimo periodo con interruzioni sempre più frequenti durante la riproduzione di qualunque contenuto multimediale. Sempre più spesso, inoltre, Google utilizza annunci video doppi, proposti l’uno dopo l’altro senza alcuna possibilità di ignorarne la visualizzazione.
In un video YouTube di 25 minuti potete contare anche 5 interruzioni, ad pods comprese (così si chiama “il treno” di doppie mostrate l’una dopo l’altra). In un documento di supporto, Google spiega che i creatori dei contenuti possono personalizzare la tipologia di annunci ma che quelli mid-roll (compaiono durante la riproduzione del contenuto) sono aggiunti automaticamente in modo da bilanciare l’esperienza degli utenti e le potenziali entrate.
I ricavi derivanti dall’advertising su YouTube sono in crescita: non si comprende quindi il motivo per cui l’azienda di Mountain View abbia voluto far crescere in maniera così evidente il numero di annunci pubblicati attraverso il suo network di condivisione video. Per tutte le realtà editoriali che vivono di pubblicità, l’advertising è da sempre essenziale e parte integrante del business. Google stessa, tuttavia, si è sempre raccomandata di non utilizzare annunci pubblicitari troppo invasivi o soluzioni che possono penalizzare fortemente l’esperienza d’uso dell’utente.
Su YouTube, il rischio è davvero quello di compromettere la normale fruizione dei contenuti con la “barra dell’advertising” che, forse, è stata un po’ troppo spinta in avanti.
Un’estensione velocizza la visualizzazione delle pubblicità YouTube
Nelle scorse settimane, Google ha deciso per un giro di vite nei confronti degli ad blocker ossia degli strumenti che consentono di attivare il blocco delle pubblicità su YouTube. La misura adottata dall’azienda non soltanto ha incassato feroci critiche ma è al centro di una diatriba sul piano legale. Secondo alcuni esperti, la soluzione tecnica implementata su YouTube per il controllo dell’utilizzo di un ad blocker lato client sarebbe contraria alle disposizioni in materia di privacy dell’Unione Europea (Direttiva ePrivacy). YouTube, infatti, non chiede all’utente il consenso per effettuare una serie di interrogazioni sul browser e sulla sua configurazione.
Così, un po’ per goliardia, un po’ per esigenza pratica, uno sviluppatore si è divertito a sviluppare un’estensione per Chrome che riproduce le pubblicità YouTube a una velocità 16 volte superiore a quella normale. Il componente aggiuntivo è pubblicato sul Chrome Web Store ed è presentato su Reddit.
A questo punto bisognerà verificare se Google interpreta il comportamento dell’estensione come una violazione dei termini di utilizzo del servizio. E a questo proposito, un altro sviluppatore fa notare che è possibile usare semplice codice JavaScript per spostarsi rapidamente alla fine di ciascun contributo pubblicitario. Estensioni come Tampermonkey permettono di implementarlo facilmente ma è possibile verificarne il funzionamento anche dagli Strumenti per gli sviluppatori del browser Google.
Quanto sta avvenendo conferma che l’equilibrio fra advertising online, soddisfazione e coinvolgimento degli utenti è più delicato e instabile che mai.
Piuttosto che puntare sulle imposizioni e sulle restrizioni “dall’alto”, a nostro avviso bisognerebbe continuare nell’opera di educazione degli utenti. Perché il passo tra avere successo e diventare impopolari è davvero breve se non si adottano le scelte giuste e se si trattano gli utenti con troppa sufficienza limitandosi a sventolare loro termini contrattuali e condizioni d’uso.