I servizi VPN (Virtual Private Network) sono strumenti eccellenti per presentarsi ai server remoti con un indirizzo IP pubblico diverso da quello assegnato dall’operatore di telecomunicazioni prescelto.
Come abbiamo visto nell’articolo sulle differenze tra proxy e VPN, nel caso delle VPN viene creato un tunnel crittografato attraverso il quale vengono fatte transitare tutti i dati inviati e ricevuti dai singoli dispositivi dell’utente.
In un altro approfondimento abbiamo spiegato cos’è una VPN e cosa permette di fare.
Esaminando i pacchetti dati in transito sulla rete, tuttavia, il traffico VPN può essere identificato, limitato o completamente bloccato, soprattutto quando venissero usate porte meno comuni.
Diversamente rispetto a quanto accade con le VPN (alcuni gestori possono comunque tracciare le attività svolte dagli utenti collegati memorizzandole all’interno di file di log), la rete Tor (The Onion Router) consente di navigare in modo anonimo. Capire come funziona Tor è utile per capire perché, a differenza delle VPN, nasce proprio con l’obiettivo di superare le censure e tutelare l’identità degli utenti. Ovviamente ha i suoi “contro”, come le prestazioni spesso non propriamente soddisfacenti, ma la rete Tor è utilizzata ogni giorno da difensori dei diritti umani, giornalisti e whistleblower di tutto il mondo.
Sebbene siano comunque applicabili delle scappatoie, come altri Paesi anche la Russia ha provato di recente a bloccare Tor per impedire le comunicazioni anonime in rete o renderle più difficoltose.
Sulla scorta dei drammatici eventi delle ultime settimane, una soluzione forse un po’ meno conosciuta sta raccogliendo un crescente interesse.
Si tratta di Psiphon, una soluzione open source nata in seno all’Università di Toronto (Canada, progetto CiviSec-Citizen Lab) e ideata per aggirare la censura online.
Psiphon è un’applicazione che non necessita di essere installata su Windows e macOS: basta scaricarla e fare doppio clic sul suo eseguibile. È comunque disponibile anche nelle versioni per Android e iOS.
Psiphon utilizza vari “trucchi” per stabilire con successo una connessione anche in una rete che limita fortemente la “libertà d’azione” degli utenti collegati. Anche con RuNet è difficile, se non impossibile, pensare a una rete disconnessa dall’Internet globale.
Il software open source anti-censura Psiphon prova diversi percorsi di connessione e molteplici server sparsi per il mondo fino a quando la connessione viene stabilita con successo.
Psiphon usa metodi adoperati dalle VPN (ad esempio il protocollo L2TP IPsec), proxy HTTPS e OSSH (Obfuscated SSH Tunneling).
L’idea è quella di confondere il traffico che transita attraverso Psiphon con il “mare” di dati relative ad altre tipologie di connessioni.
Abbiamo visto come funziona HTTPS e di come questo protocollo sia ormai utilizzato da quasi la totalità delle pagine Web. Scambiando i dati anche via HTTPS, Psiphon non può essere bloccato perché diversamente si interromperebbero tutte le comunicazioni sicure, comprese quelle utilizzate per effettuare ad esempio transazioni finanziarie.
Ciascun client Psiphon conosce solo gli indirizzi dei server necessari per la connessione in modo che la lista completa non sia mai resa pubblica.
Nel piano base, del tutto gratuito, Psiphon limitata la velocità di trasferimento dati a soli 2 Mbps che sono comunque più che sufficienti per navigare. Gli utenti hanno comunque la facoltà di scegliere il server attraverso il quale uscire sulla rete Internet oppure optare sempre per quello che assicura le prestazioni migliori: è sufficiente cliccare su Select server region nella schermata principale del programma.
Per maggiori informazioni e per scaricare Psiphone è possibile fare riferimento al sito del progetto.