Una situazione che avrebbe a dir poco dell’incredibile si sarebbe abbattuta su ben 21 content creator. Stando a quanto riportato ufficialmente, AGCOM sarebbe intervenuta infliggendo sanzioni per un totale di 2 milioni di euro. I creatori di contenuti sarebbero accusati di aver pubblicizzato il gioco d’azzardo sui principali social. Sia su TikTok che su YouTube, Facebook, Instagram, Twitch e X, questi avrebbero violato l’articolo 9 del Decreto Dignità del 2018.
È proprio questo decreto a vietare qualsiasi forma di pubblicità che sia relativa al gioco d’azzardo. Da qui si evince che il monitoraggio e la regolamentazione intorno al mondo digitale funziona e anche bene.
Un intervento senza precedenti contro i creator
Queste sanzioni rappresentano la prima volta che AGCOM prende di mira singoli creator per la promozione del gioco d’azzardo. Sono state tantissime le segnalazioni inoltrate nel giro di un anno, più precisamente tra il 2022 e il 2023. Come mai una sanzione così alta? La domanda è lecita, ma la risposta lo è altrettanto: la multa è stata calcolata applicando una percentuale del 20% sul valore della pubblicità promossa, con un minimo di 50.000 euro per ogni singola violazione.
Un recente pronunciamento del TAR del Lazio ha avvalorato le sanzioni imposte da AGCOM, confermando la legittimità dei provvedimenti contro i creator che violano il divieto pubblicitario. Tale conferma rappresenta un segnale importante per le autorità e per tutti i protagonisti del settore, suggerendo che la giurisprudenza appoggia azioni più rigorose nel contrasto alla pubblicità sul gioco d’azzardo online.
Secondo l’AGCOM, il Decreto Dignità non colpisce solo chi realizza i contenuti promozionali, ma include anche piattaforme e organizzatori di eventi. Ogni attore della catena pubblicitaria, quindi, può essere considerato responsabile e sanzionabile, rendendo il quadro di applicazione del decreto ancora più ampio e rigoroso. Non è la prima volta che AGCOM interviene quest’anno per quanto concerne tali problematiche. Sono infatti diversi i provvedimenti già applicati.