La corsa per portare le abilità proprie dei più moderni modelli generativi sui motori di ricerca è appena iniziata ma il lavoro sembra procedere senza sosta, presso Microsoft come da Google e altri player minori. Dopo la recente integrazione di GPT-4 in Bing, Google non sembra ancora pronta per il debutto in grande stile della sua soluzione basata sull’intelligenza artificiale e conosciuta con il nome di Bard.
Così, spetterà a Project Magi rendere l’esperienza di ricerca sul motore di ricerca Google molto più personalizzata di quanto avviene oggi. Secondo fonti vicine alla società di Mountain View, a conferma dell’impegno profuso su questo fronte, sarebbero ben 160 gli ingegneri Google impegnati direttamente nello sviluppo di Project Magi.
Cos’è Project Magi e come cambierà il motore di ricerca
Google è “il” motore di ricerca per antonomasia nei Paesi occidentali. O almeno lo è stato fino ad oggi.
Il lancio di ChatGPT ha scompaginato le carte in tavola e dato un forte scossone allo “status quo“. Così, con Project Magi, anche Google sembra voler seguire l’esempio di Bing e rendere le ricerche online più simili a una conversazione. Pensate a come interagite oggi con i vari assistenti digitali quali Google Assistant, Alexa, Siri e così via: Project Magi vuole essere una versione più moderna e intelligente degli strumenti ai quali siamo abituati. Il modello generativo potrà infatti imparare non solo dai dialoghi passati ma anche “in tempo reale”, mentre l’utente pone nuove domande.
Che si tratti di un paio di scarpe o di prenotare un volo, con Project Magi il motore di ricerca Google inizierà a gestire le transazioni su se stesso: cosa significa? Che un acquisto online può concretizzarsi senza neppure visitare lo store di terze parti ma solo ed esclusivamente attraverso le pagine del motore di ricerca.
Dal numero di scarpe al colore che l’utente preferisce, fino a capire quale modello calza meglio a seconda del marchio: tutte queste informazioni saranno rese disponibili e condivise da Google. Il cerchio si chiude, ovviamente, con l’integrazione di Google Pay. Per i gestori di ecommerce, questo è un bel vantaggio: anche senza portare gli utenti sul sito, la vendita di un oggetto o di un servizio può concludersi comunque facendo leva sulla nuova struttura di Google.
Il problema potrebbe invece presentarsi per chi offre contenuti editoriali sul Web: Danny Sullivan (Google) ha a suo tempo evidenziato come Google, nonostante alcune ricerche siano diventate zero click, continua a inviare globalmente più traffico ai siti Web di terze parti, con la virata verso Project Magi l’interrogazione dell’utente potrebbe teoricamente risolversi sul motore di ricerca senza presentare alcun risultato pertinente.
Al momento non sappiamo come evolverà nel concreto il motore di ricerca Google: non è escluso che, per evitare di sottrarre visibilità ai siti Web, la società di Mountain View rafforzi la visualizzazione delle indicazioni delle fonti, un po’ come stanno facendo Bing e altre intelligenze artificiali come Perplexity.
Google deve necessariamente stringere i tempi perché è di metà aprile 2023 la notizia di un possibile accordo tra Samsung e Microsoft per rendere Bing il motore di ricerca predefinito sui dispositivi Galaxy. Una novità importante che taglierebbe fuori la società di Mountain View.