Google ha in programma di portare la connettività a banda larga dove oggi è impossibile o troppo costoso accedervi. Per raggiungere l’obiettivo, il colosso di Mountain View ha pianificato l’utilizzo di diversi strumenti tra cui palloni aerostatici lanciati in cielo e posizionati ad una quota di circa 20 chilometri dalla superficie terrestre (molto più in alto – più o meno il doppio – rispetto all’altezza cui volano gli aerei).
Molto simili ad una mongolfiera, i palloni sono equipaggiati con le antenne capaci di scambiare il segnale tra loro, di inviarlo/riceverlo verso terra (i dati viaggiano in maniera bidirezionale) ed eventualmente di rilanciarlo verso altre stazioni.
Il Project Loon di Google è iniziato a giugno dello scorso anno, in via sperimentale, in Nuova Zelanda (Google: Internet a banda larga con i palloni aerostatici): i tecnici della società stanno però cercando di realizzare una vera e propria “cintura” di palloni aerostatici lungo tutto l’emisfero australe.
A distanza di quasi un anno e mezzo dall’avvio dei primi test, Google traccia i primi bilanci.
Google è in grado di lanciare 20 palloni aerostatici al giorno
In un post ufficiale, la società statunitense spiega di essere ormai in grado di lanciare in cielo 20 palloni aerostatici al giorno nell’ambito del Project Loon.
I tecnici riescono infatti a preparare un pallone in appena cinque minuti di tempo gonfiandolo rapidamente con la medesima quantità di aria che servirebbe per circa 7.000 dei comuni palloncini.
I palloni aerostatici di Google, evidentemente, non sono immobili perché estreamente sensibili ai venti. Stando a quanto spiegato dagli ingegneri della società fondata da Larry Page e Sergey Brin, tuttavia, ogni pallone è dotato della tecnologia per “decidere” in che modo sfruttare le correnti d’aria per spostarsi nella direzione corretta.
Così Google afferma oggi che i suoi palloni hanno sinora percorso 3 milioni di chilometri intorno alla Terra e, grazie alla migliore qualità dei materiali utilizzati, possono rimanere in volo all’incirca per 100 giorni (l’attuale record è pari a 130 giorni).
Certo, ogni tanto si verifica qualche “incidente” ma secondo Google è lo scotto da pagare per quella che l’azienda non ritiene una semplice “operazione d’immagine”.
Ad oggi, infatti, sembra siano caduti complessivamente tre palloni aerostatici: uno è precipitato in mare, al largo delle coste della Nuova Zelanda; un altro si è schiantato nello stato del Nevada (USA) mentre l’ultimo è appena stato rivenuto nei suoi campi da un agricoltore residente in Sud Africa.