AMD ha dettagliato la roadmap per i suoi processori fino alla generazione Zen 5 che dovrebbe vedere la luce nel 2024 con un’offerta inizialmente orientata ai sistemi ad alte prestazioni: Zen 5 manterrà il limite di 16 core e migliorerà il valore IPC con l’ex ingegnere della società di Sunnyvale, Jim Keller, che parla di un rendimento migliorato del 30% rispetto all’offerta Zen 4.
Un altro ingegnere di AMD, quest’ultimo pienamente in forze presso l’azienda guidata da Lisa Su (ha lavorato personalmente sulla gestione dell’alimentazione dei processori), si è lasciato sfuggire sul suo profilo LinkedIn addirittura qualche informazione su Zen 6, architettura che dovrebbe debuttare tra il 2025 e il 2026 conservando il socket AM5.
Innanzi tutto è emerso il nome in codice delle future architetture AMD: Nirvana per i processori Zen 5 e Morpheus nel caso di Zen 6.
Nell’ultima versione dei piani di sviluppo condivisi pubblicamente da AMD, risalente a giugno 2022, la società ha fatto riferimento al lancio di Zen 5 nel 2024 ma non si è espressa su Zen 6. Il nome in codice, alla fine, non è così importante ma grazie all’ingegnere AMD sappiamo dell’esistenza del nuovo progetto che sarebbe effettivamente in corso di sviluppo.
A parte la denominazione Morpheus dell’architettura Zen 6, non è stato rilevato il nome del CCD (Core Complex Die) ovvero del componente dei processori AMD che rappresenta uno dei blocchi funzionali fondamentali del processore. In pratica, il CCD è un’unità di elaborazione avanzata composta da diversi core, una cache L3 condivisa e un controller di memoria. I processori Ryzen di fascia alta e i Threadripper possono integrare più di un CCD. Lo schema basato su CCD permette l’ottenimento di prestazioni elevate grazie alla presenza di più core all’interno di un unico blocco funzionale. La separazione dei core in più CCD, inoltre, permette ai processori AMD una maggiore flessibilità nella configurazione del numero di core disponibili su ogni chip.
La tecnologia CCD di AMD è parte dell’approccio a chiplet adottato dall’azienda e che ne ha decretato il nuovo successo su scala mondiale. Intel usa già un approccio ibrido nei suoi processori più moderni ma non ha ancora abbracciato i chiplet: nell’articolo sulle differenze tra Core P e Core E abbiamo detto che i processori Meteor Lake segneranno lo storico passaggio alla nuova impostazione.
Tornando ad AMD, sembra che Zen 6 utilizzerà un processo costruttivo a 2 nm segnando così la migliore evoluzione in ambito litografico da parte della società di Sunnyvale. Non è dato sapere se AMD continuerà ad appoggiarsi a TSMC per la produzione o se passerà a Samsung: entrambe le società hanno infatti comunicato di aver concluso lo sviluppo dei nodi a 2 nm.
Zen 5: in quali processori AMD debutterà la nuova performante architettura
Viene invece adesso confermato, sempre in via ufficiosa, che i processori Zen 5 saranno realizzati a 3 nm. Il nome in codice interno, abbiamo detto, è Nirvana mentre il CCD è stato battezzato Eldora.
L’architettura Zen 5 sarà disponibile per il mercato generalista sui processori Ryzen 8000 Granite Ridge, sugli EPYC Turin lato server e sulle APU Strix Point di prossima generazione basate su grafica RDNA 3+ e con un motore di intelligenza artificiale (AIE).
AMD rilascerà anche chip con core Zen 5c, teoricamente simili agli E-core di Intel.
Supponendo che Zen 5 segua una cadenza simile alla precedente microarchitettura Zen, i primi chip Ryzen desktop consumer arriveranno probabilmente nella seconda metà del 2024.