I nuovi Google Pixel 2 XL non sono nati con i migliori auspici. Nei giorni scorsi, infatti, si sono susseguiti alcuni problemi che – evidentemente – stanno destando non pochi grattacapi in quel di Mountain View.
Dapprima sono arrivate molteplici segnalazioni circa problemi sullo schermo del nuovo smartphone: visualizzando sullo schermo un fondo di colore grigio, appare evidente la comparsa “indesiderata” dei pulsanti virtuali, nella parte inferiore del display.
Alcuni non escludono che possa trattarsi di burn-in ossia di pixel dello schermo pOLED (Plastic OLED) ormai definitivamente “impressionati” con l’immagine dei pulsanti grafici.
Google ha dichiarato che la tecnologia con la quale sono stati realizzati i Pixel 2 XL è all’avanguardia e che sono in corso verifiche tese ad approfondire le segnalazioni di ogni cliente.
Gli studi legali d’Oltreoceano si starebbero però già organizzando per avviare una class action nei confronti di Google.
A quello che è già stato battezzato “display-gate“, nelle ultime ore si aggiungono segnalazioni da parte di alcuni utenti che lamentano la scarsissima qualità delle registrazioni audio su alcuni Pixel 2 XL.
Inoltre, sempre sul versante audio, durante le conversazioni telefoniche si udirebbe un fastidiosissimo sibilo o frequenti “click”: stando alle prime indagini, il problema sarebbe riconducibile al chip NFC.
Google prevede di arginare la problematica già nei prossimi giorni con un aggiornamento software dedicato.
Nuovi “incidenti” continuano però a “funestare” il lancio dei Pixel 2 XL: diversi utenti hanno segnalato di aver ricevuto il messaggio d’errore Can’t find valid operating system. The device will not start sin dal primo avvio del dispositivo.
Di fatto sembra che Android non sia stato installato o almeno non nel modo corretto su alcuni esemplari di Pixel 2 XL immessi in vendita.
Google ha immediatamente fornito assistenza indicando le modalità per restituire lo smartphone e ottenere un altro Pixel 2 XL esente da problemi.
I Google Pixel 2 XL avrebbero dovuto essere originariamente prodotti da HTC e lo smartphone U11+ dell’azienda taiwanese – stando a quanto riferito – corrispondeva al progetto iniziale del Pixel 2 XL: HTC presenta U11+, phablet top di gamma e il nuovo smartphone U11 Life.
HTC Muskie, questo il nome in codice del prodotto, avrebbe dovuto diventare il nuovo Pixel 2 XL. L’azienda di Mountain View ha poi preferito abbandonare il progetto a rivolgersi a LG che ha elaborato Taimen, nome in codice di quello che sarebbe divenuto l’attuale Pixel 2 XL.
Non è chiaro se le responsabilità per i vari problemi segnalati dagli acquirenti di un Pixel 2 XL siano imputabili a Google o LG. Certo è che le procedure adoperate per il controllo qualità sollevano ben più di qualche punto interrogativo.