Google ha aggiornato la sua “Toolbar“, strumento aggiuntivo compatibile con tutti i principali browser web che fornisce numerosi strumenti a portata di clic. Tra questi, la possibilità di condividere contenuti con amici e colleghi, un pannello laterale battezzato “sidewiki” che consente di prendere appunti ed annotare informazioni circa qualunque pagina web, il servizio di traduzione istantanea oltre a funzionalità utili ai webmaster.
L’intervento apportato da Google è diretta conseguenza della denuncia resa pubblicamente da Benjamin Edelman, assistente presso il Dipartimento di Economia dell’Università di Harvard.
Semplicemente monitorando il traffico dati in transito sull’interfaccia di rete ricorrendo ai classici strumenti per il “packet sniffing”, Edelman ha scoperto come “Google Toolbar” continuasse ad inviare dati ai server del colosso di Mountain View anche se il suo stato veniva posto su “disabilitato”. In particolare, la toolbar inviava a Google l’URL completo di ogni singola pagina visitata mediante il browser, comprese le ricerche effettuate sui motori di ricerca concorrenti.
Edelman spiega di aver notato il “problema” installando la toolbar su Internet Explorer 8.0, una volta abilitate le cosiddette “funzionalità avanzate” del prodotto. Disattivando Google Toolbar, il ricercatore ha osservato come la trasmissione degli URL continuasse. Sul suo sito personale, Edelman ha pubblicato una serie di schermate a testimonianza di quanto affermato.
Google ha confermato l’esistenza della problematica parlando di un “bug” del prodotto che non si presenta su Internet Explorer 7.0, su Chrome così come su Firefox. La società ha stimato il numero degli utenti di Google Toolbar nella misura di “centinaia di milioni” ma non ha dichirato quanti utenti sarebbero interessati dal problema, ora risolto mediante la distribuzione di un aggiornamento “ad hoc”. Fonti statunitensi confermano come anche gli esperti dell’azienda fondata da Page e Brin concordino che il problema interessava gli utenti che avevano abilitato funzionalità come “sidewiki” ed il controllo del “pagerank”.
Forse anche in forza dell’incidente occorso, Google ha voluto pubblicare in calce alla home page del motore di ricerca un link con cui si intende chiarire la politica sulla privacy applicata da parte dell’azienda.
La polemica ingeneratasi ricorda da vicino quella sollevatasi nel mese di settembre 2008 dopo la presentazione, da parte di Google e Microsoft – nei loro rispettivi browser -, della funzionalità “siti suggeriti” (ved., in proposito, queste notizie).