Privacy e social: una ricerca punta il dito contro Facebook e LinkedIn

Un'indagine di Incogni fa luce su privacy e social, con risultati poco lusinghieri per Meta e le sue diverse piattaforme.

Il rapporto tra privacy e social network è da sempre molto delicato. Ormai la maggior parte degli utenti sa come queste piattaforme siano avide di dati e come, in molti casi, non si facciano troppi scrupoli per utilizzarli in modo improprio. Ma qual è il servizio più pericoloso sotto questo punto di vista?

Una ricerca di Incogni ha cercato di far luce su questo aspetto, rivelando una situazione preoccupante. Di fatto, non esiste un social considerabile come “sicuro”, ma solo alcune piattaforme che sembrano comportarsi in modo meno aggressivo di altre.

Lo studio è stato incentrato su cinque diversi aspetti, ovvero:

  1. Raccolta e conservazione dei dati;
  2. Eventuali dispute o questioni legali in questo ambito;
  3. Trasparenza;
  4. Livello di comprensione dell’informativa sulla privacy.

Una volta raccolti i dati, i risultati sono apparsi subito abbastanza chiari: Facebook è il peggior servizio sotto questi punti di vista. Il social network di Meta raccoglie più dati di qualsiasi altra piattaforma, ha uno storico consistente di violazioni della privacy e offre scarso controllo sulle impostazioni. Non mancano però sorprese nella classifica stilata da Incogni.

Lo studio riguardo privacy e social? Le piattaforme Meta sotto accusa

A seguire Facebook in questa poco lusinghiera classifica è LinkedIn, con Instagram che completa il podio. A seguire vi è subito dopo X, che a sua volta si è rivelato peggiore di YouTube e Discord.

La lista sembra essere caratterizzata da una folta presenza di servizi Meta e, tutto ciò, non suona assolutamente come una novità. La società madre di Facebook e Instagram, è stata criticata in passato per aver pianificato di utilizzare i dati degli utenti per addestrare i suoi modelli di Intelligenza Artificiale. Dopo le conseguenti polemiche, la compagnia ha modificato i termini sulla privacy, senza però mollare la presa sulle preziose informazioni.

Tutto ciò dimostra quanto la questione social e privacy sia troppo spesso sottovalutato e quanto sia utile per gli utenti tutelarsi in tutti i modi possibili.

Fonte: gizchina.com

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