L’Autorità irlandese per la tutela dei dati personali ha comminato una sanzione da 405 milioni di euro a Meta. La decisione è giunta in seguito a una serie di indagini, avviate nel 2020, che avevamo come fine quello di verificare le modalità con cui i dati personali degli utenti minorenni vengono gestiti su Instagram.
Instagram permetteva ai minori di età compresa tra 13 e 17 anni anche l’amministrazione degli account aziendali con la conseguente condivisione pubblica di numeri di telefono e indirizzi email.
I portavoce di Meta hanno spiegato che le impostazioni di Instagram sono state aggiornate ormai più di un anno fa con il preciso obiettivo di tutelare la sicurezza degli adolescenti e mantenere private le loro informazioni personali.
La Data Protection Commission (DPC) irlandese non ha per adesso dettagliato i motivi della decisione che saranno però resi noti nel corso delle settimane a venire.
Nel frattempo Meta ha già anticipato che presenterà ricorso opponendosi alla sanzione che risulta essere la seconda più elevata in assoluto nell'”era GDPR” (Regolamento generale sulla protezione dei dati) e la terza della storia di Facebook-Meta emessa dall’autorità di regolamentazione irlandese (le precedenti avevano interessato WhatsApp per 225 milioni di euro e Facebook per 17 milioni di euro).
“Questa richiesta si è concentrata sulle vecchie impostazioni che abbiamo aggiornato più di un anno fa e da allora abbiamo rilasciato molte nuove funzionalità per aiutare a mantenere gli adolescenti al sicuro e le loro informazioni private“, si aggiunge dal quartier generale di Meta. “Chiunque abbia meno di 18 anni vedrà il suo account automaticamente impostato in modalità privata al momento dell’iscrizione su Instagram. Solo le persone che conoscono possono vedere ciò che pubblicano e gli adulti sconosciuti non possono inviare messaggi agli adolescenti. Ci siamo impegnati pienamente con il DPC durante la loro indagine e stiamo riesaminando con attenzione la loro decisione finale“.
Il DPC irlandese ha in cantiere almeno altre sei indagini sulle attività espletate dalle società di proprietà di Meta.