Si parla spesso, anche a torto, della sfida tra architettura ARM64 e x86-64. In realtà nella “gara tra chip” l’ISA (Instruction Set Architecture) è ciò che conta di meno. Sia ARM che x86 devono infatti confrontarsi con la pesante eredità che deve essere gestita, in termini di istruzioni e caratteristiche, per garantire la compatibilità e l’interoperabilità con i sistemi più datati. RISC-V è una piattaforma molto più “fresca” che non deve conservare pesanti “fardelli” derivanti dal passato.
I produttori hardware che investono su RISC-V non devono neppure versare royalty: diversamente rispetto ad architetture proprietarie come x86 e ARM, RISC-V è una piattaforma open source. Questa natura aperta abbatte le barriere d’ingresso per lo sviluppo di prodotti basati su RISC-V, stimolando l’innovazione e la diversificazione nel settore dei processori (o meglio, dei System-on-a-Chip, SoC).
L’entusiasmo manifestato nei confronti di RISC-V da figure “leggendarie” come Jim Keller è indicativo del potenziale rivoluzionario di questa architettura. Per innovatori del calibro di Keller, RISC-V rappresenta una “tela bianca” su cui applicare decenni di esperienza nel design dei processori, liberi dai vincoli delle architetture legacy. La possibilità di ripensare fondamentalmente il design dei processori, ottimizzandoli per le future esigenze di computazione, è una sfida irresistibile per chi cerca di lasciare un segno duraturo.
Milk-V Jupiter, prima scheda RISC-V Mini-ITX al mondo a supportare RVA22 e RVV1.0
Milk-V, azienda piuttosto nota per le sue schede di sviluppo RISC-V, ha appena annunciato una motherboard costruita attorno a un SoC basato sull’architettura open. Si tratta della scheda madre RISC-V Milk-V Jupiter, un prodotto con cui la società intende democratizzare l’accesso da parte “delle masse” alla tecnologia.
Milk-V Jupiter è una scheda Mini-ITX (può essere quindi installata nei case per PC convenzionali) equipaggiata con un SoC RISC-V SpacemiT K1 o SpacemiT M1. In termini di capacità di elaborazione AI, la motherboard assicura 2TOPS di potenza di calcolo. Possibilità comunque interessante per le applicazioni che richiedono elaborazioni intensive, come il riconoscimento delle immagini e l’elaborazione del linguaggio naturale.
Si tratta del primo dispositivo Mini-ITX a supportare sia RVA22 e RVV1.0, ossia entrambe le specifiche pubblicate dall’Application Binary Interface (ABI) di RISC-V nel corso degli ultimi anni.
Approvata nel 2022, RVA22 definisce le convenzioni per il passaggio di parametri tra funzioni, il layout della memoria, le convenzioni di chiamata delle funzioni, il formato dei file oggetto; RVV1.0 si riferisce invece alle estensioni vettoriali, essenziali per il calcolo parallelo, l’elaborazione di grandi set di dati, le applicazioni di intelligenza artificiale e machine learning.
Le altre caratteristiche hardware
La scheda è compatibile con le API grafiche Vulkan, OpenGL ES, EGL, OpenCL, ed è dotata di uno slot PCIe 2.0 per la connessione di altri dispositivi.
Disponibile con 4, 8 o 16 GB di memoria RAM LPDDR4X, Milk-V Jupiter permette l’archiviazione dei dati su supporto SPI Flash, M.2, eMMC e microSD.
Completano la dotazione due porte Gigabit Ethernet con supporto PoE (Power over Ethernet), WiFi 6, Bluetooth 5.2, uscita HDMI (1920×1440 pixel a 60 Hz), USB 3.0 e 2.0 (anche con connettore USB-C), jack audio per cuffie e microfono. Per l’alimentazione la scheda utilizza un’interfaccia ATX a 24 pin.
Applicazioni pratiche
La versatilità di una scheda madre come Milk-V Jupiter, apre numerose possibilità di utilizzo:
- Sviluppo software per RISC-V: Ideale per sviluppatori che vogliono creare o portare applicazioni su architettura RISC-V.
- Progetti di ricerca e didattica: È un ottimo strumento per università e centri di ricerca che studiano architetture di processori alternative.
- Server edge e IoT: Grazie alle sue capacità di elaborazione AI e basso consumo energetico, la scheda si rivela adatta per le applicazioni di edge computing e Internet delle Cose (IoT).
- Workstation per compiti specifici: Può essere utilizzata per creare workstation dedicate a compiti che beneficiano dell’architettura RISC-V, come alcune applicazioni di calcolo scientifico o analisi dati.
- Sistemi embedded avanzati: Il fattore di forma Mini-ITX rende Milk-V Jupiter ideale per tutti quei sistemi embedded che richiedono maggiore potenza di calcolo rispetto alle tradizionali schede single-board.
Quali software possono funzionare su architettura RISC-V
Disponibile a partire da circa 58 euro, la scheda Milk-V Jupiter può essere utilizzata per eseguire le versioni RISC-V delle principali distribuzioni Linux, come Ubuntu e Fedora.
Installando il sistema operativo open source CasaOS, è possibile allestire un dispositivo versatile in grado di svolgere un ampio ventaglio di funzionalità. CasaOS supporta una vasta gamma di applicazioni e servizi, inclusi server multimediali come Plex, strumenti di backup come Nextcloud, e molte altre applicazioni attraverso container Docker.
Altri possibili spunti sono pubblicati da Milk-V nella pagina dedicata alla scheda madre.
Conclusioni
Milk-V Jupiter rappresenta un significativo passo avanti per portare hardware basato su RISC-V nelle mani dei professionisti e degli utenti finali. Sviluppatori, ricercatori e appassionati di tecnologia possono contare su di una piattaforma accessibile per esplorare le potenzialità dell’architettura RISC-V.
La politica di prezzo applicata da Milk-V fa sì che Jupiter possa proporsi come una soluzione economicamente vantaggiosa per entrare nel mondo RISC-V.