Uno dei principali oneri di chi crea e gestisce strumenti di Intelligenza Artificiale è alimentare gli stessi.
Nonostante sia sottovalutato come comportamento, il dover “insegnare” qualcosa all’IA comporta notevoli sforzi, sia per quanto concerne le informazioni, sia sotto il punto di vista della gestione dell’alimentazione stessa.
Un gruppo di ricercatori coordinato da Alexandre Pouget, neuroscienziato dell’Università di Ginevra, ha però aperto una nuova via in tal senso.
Stiamo parlando della creazione di un’IA avanzata che, oltre ad essere in grado di apprendere ed eseguire istruzioni testuali, può anche “insegnare” a un’altra IA. Tutto ciò potrebbe rappresentare un ulteriore punto di svolta in questa tecnologia.
Eseguire nuovi compiti senza una formazione pregressa, basandosi solo su istruzioni verbali o scritte è considerata un’abilità unica del genere umano. Nel mondo animale, infatti, solo gli esseri umani possono usare parole per insegnare ad altri umani i compiti che hanno imparato in precedenza.
Pouget e i suoi colleghi stanno utilizzando un modello di elaborazione del linguaggio naturale chiamato Frase-BERT (SBert). Questo è stato pre-addestrato per comprendere il linguaggio umano e non solo.
SBert, infatti, interpreta gli input sensoriali, simulando poi azioni in risposta. L’IA in questione collegata a quella che viene definita come Rete Neurale Senso-motoria Ricorrente (RNN).
Questa è stata in grado di comprendere perfettamente il testo con il modello linguistico integrato SBert, interagendo con lo stesso.
IA in grado di insegnare ad altre IA? Ecco gli scenari nell’ambito della robotica
Il grande successo della RNN è però legato alla possibilità di trasferire competenze ad altre IA. Come spiegato da Pouget, infatti, “Una volta appresi i compiti, la rete è stata in grado di spiegarli a una seconda e di farle riprodurre gli stessi“. Lo stesso neuroscienziato ha poi spiegato come “Questa è la prima volta che riesco ad avere una conversazione in modo puramente linguistico (tra due IA ndr.)”.
L’impatto di questa scoperta potrebbe influenzare in modo considerevole la robotica, con lo sviluppo di una nuova generazioni di macchine in grado di interagire tra loro.
Sebbene la RNN proposta dagli scienziati sia molto piccola, la sua struttura è replicabile su più vasta scala, il che lascia presagire scenari a dir poco fantascientifici, con robot umanoidi in grado di comunicare tra loro.