Google, di concerto con l’associazione degli autori ed editori USA, ha presentato una nuova bozza dell’accordo di patteggiamento per il servizio “Books”. La stesura del nuovo documento si è resa necessaria dopo la richiesta, pervenuta lo scorso ottobre, dal giudice Denny Chin. Già a settembre, infatti, il Dipartimento della Giustizia statunitense (DOJ) si era espresso indicando come l’accordo andava rivisto sulla base di diverse normative in materia di diritto d’autore e di antitrust.
Al centro del contendere è il servizio “Google Books” che propone versioni “digitalizzate” di numerosi libri e testi cartacei. Per venire incontro agli editori americani, che avevano avviato un’azione legale nei confronti del colosso di Mountain View, Google aveva proposto un’offerta transattiva con la quale l’azienda fondata da Page e Brin si impegnava a versare un compenso agli editori aventi titolo. Messa a disposizione una somma pari a 125 milioni di dollari per la creazione di un registro con compiti di “arbitro” tra Google e gli editori.
L’intesa iniziale, bocciata dalle autorità statunitensi, è stata dunque rivista apportando diversi cambiamenti. Innanzi tutto nel testo rielaborato viene espressamente indicato come esso riguardi esclusivamente le opere letterarie pubblicate negli USA, nel Regno Unito, in Australia e Canada. Un organismo indipendente sarà responsabile della tutela degli interessi dei detentori dei diritti d’autore (“Book Rights Registry”). In particolare, il registro si occuperà di individuare coloro che posseggono i diritti di copyright su un’opera e che non si siano ancora fatti avanti gestendo, nel frattempo, i profitti per loro conto.
I dententori dei diritti possono scegliere di rendere i propri libri disponibili a titolo gratuito o permetterne il riutilizzo secondo i termini “Creative Commons” o di altre licenze. Sarà loro facoltà, inoltre, modificare o rimuovere restrizioni imposte da Google per la consultazione delle pagine di ciascuna opera.
Ad ogni lettura, da parte degli utenti del servizio Google Books, gli autori di ogni libro riceveranno un compenso. Gli autori e gli editori, inoltre, potranno non solo richiedere un “indennizzo” a fronte di ciascuna opera oggetto di digitalizzazione in Google Books ma anche richiederne la rimozione.
Nonostante le varie aperture presenti nel documento rivisto, l’accordo “2.0” è stato immediatamente oggetto di critica da parte di un gruppo di competitori di Google, tra i quali Amazon e Microsoft. Anche l'”Internet Archive”, che sta lavorando su un database online alternativo, ha dichiarato come le modifiche proposte non sembrino colmare i deficit di base già evidenziati dal Dipartimento della Giustizia.
Il giudice Chin dovrebbe esprimersi a febbraio per dare il “via libera” o, viceversa, rigettare l’accordo.