La parola d’ordine per Google, ultimamente, è “unificazione”. Dopo aver riunito le policy sulla privacy di tutti i suoi prodotti e servizi, la società di Mountain View rilancia e presenta Play, una piattaforma che si prefigge, come obiettivo, quello di diventare il punto di riferimento per il download di brani musicali, pellicole cinematografiche, libri ed applicazioni. La piattaforma Google Play sarà fruibile sia dai dispositivi mobili Android sia da qualunque sistema desktop o notebook che abbiano disponibilità della connessione Internet.
Il nuovo servizio di Google affonda le sue radici nella filosofia cloud: tutti i contenuti proposti resteranno sempre disponibili online, sui server dell’azienda, cosicché l’utente non dovrà più temere di perderli od essere costretto ad una loro gestione ed organizzazione in ambito locale.
Agli utenti di Google Play è consentita la memorizzazione “in the cloud” di un numero massimo di 20.000 brani musicali, con la possibilità di scegliere tra milioni di nuove tracce a pagamento. Per quanto riguarda i film, sarà possibile noleggiare migliaia di titoli, comprese le ultime novità e le pellicole in HD.
Dalla medesima interfaccia si potrà “navigare” tra la ricca collezione di eBook ed attingere liberamente alle 450.000 applicazioni sino ad oggi pubblicate nell’Android Market.
Da oggi, quindi, l’Android Market non esiste più: lo store di Google entra a pieno titolo nella nuova offerta Play dell’azienda insieme con Google Music e con il Google eBookstore.
Il problema, allo stato attuale, è che mentre negli Stati Uniti l’azienda fondata da Larry Page e Sergey Brin propone la nuova offerta nella sua interezza, l’Italia resta per il momento esclusa da tutte quelle novità che sono state annunciate nella notte. E se negli States vengono proposti agli utenti brani musicali al prezzo speciale di 25 centesimi ed abbonamenti agevolati al costo di 3,99 alla settimana, in Italia ancora non è disponibile nulla. Per il nostro Paese, allo stato attuale, Google Play è sostanzialmente equivalente al “vecchio” Android Market: mancano quindi all’appello i film, la musica ed i libri. E’ assai probabile che in Italia non siano stati ancora definiti gli accordi con i detentori dei diritti sui contenuti. La versione italiana della pagina di presentazione di Google Play appane infatti ancora molto povera.