La FCC (Federal Communications Commission), agenzia governativa incaricata di verificare il corretto utilizzo di tutti gli spettri radio negli Stati Uniti, ha deciso di comminare una sanzione amministrativa a TP-Link.
TP-Link dovrà versare una somma pari a 200.000 dollari e adeguarsi alle prescrizioni della FCC. Nello specifico, la notissima società produttrice di router e dispositivi per le telecomunicazioni, dovrà evitare che – d’ora in avanti – gli utenti possano modificare le potenze trasmissive impostando valori incompatibili con la normativa USA.
Inoltre, la società dovrà permettere e facilitare l’installazione di firmware opensource alternativi, sviluppati da terze parti.
I device di TP-Link e, in particolare, il loro software, erano stati recentemente posti sotto la lente dagli ispettori della FCC perché, agendo su un semplice menu a tendina, nel pannello di amministrazione dei router, è di fatto possibile aumentare la potenza del radiotrasmettitore WiFi. Anziché scegliere Stati Uniti, infatti, optando per un Paese con minori restrizioni, si può far crescere la potenza trasmissiva.
In Italia non si possono superare i 20 dBm/100 mW EIRP sulle frequenze dei 2,4 GHz mentre negli USA è permesso trasmettere con potenze maggiori, fino a 30 dBm/1 W EIRP.
Come abbiamo spiegato nell’articolo Router region, differenze tra le impostazioni regionali, diversi prodotti – non soltanto a marchio TP-Link – consentono interventi come quello citato.
Per quanto riguarda il supporto dei firmware opensource, non si tratta di una “regola” imposta dalla FCC. Anzi, le recenti disposizioni hanno reso più difficile, per i produttori, garantire il supporto per i firmware alternativi.
La FCC richiede espressamente, infatti, che nel caso in cui l’utente decida di installare firmware di terze parti, il produttore deve comunque porre in essere restrizioni atte a impedire l’aumento arbitrario delle potenze in gioco.