Piracy Shield, la piattaforma italiana per contrastare la pirateria di AGCOM si sta dimostrando molto meno efficace di quanto previsto.
Secondo alcuni rapporti, i costi della piattaforma sono aumentati in modo drastico, con AGCOM che ha approvato un aumento di 256.000 euro per sostenere i servizi cloud forniti da Microsoft Azure.
Nonostante l’aumento di budget, a quanto pare, Piracy Shield non ha portato a un aumento degli abbonati ai servizi di streaming come sperato. Se è vero che durante le prime settimane di utilizzo la piattaforma ha bloccato circa 18.000 trasmissioni illegali di eventi sportivi (in gran parte legati alla serie A di calcio), i pirati informatici sembrano aver trovato nuovi escamotage per aggirare tale sistema di controllo.
Piracy Shield non ha avuto grande impatto su DAZN e servizi simili
Come confermato da AGCOM, il numero di abbonati DAZN e le ore di visione dei contenuti trasmessi nel 2024 sono rimasti stabili rispetto all’anno precedente. In questo contesto va anche considerato come il servizio in questione abbia aumentato sensibilmente il costo degli abbonamenti, causando forse l’allontanamento di una parte dei vecchi iscritti.
L’adozione di VPN (Virtual Private Network) e altre soluzioni alternative sembrano aver attutito l’efficacia di Piracy Shield, che tra le altre cose è stato anche protagonista suo malgrado di una disavventura non da poco. Qualche mese fa, a causa di un errore nel sistema di blocco, la piattaforma è intervenuta interrompendo servizi del tutto legittimi come Google Drive e YouTube, causando disagi a molti utenti, creando non poche critiche rispetto al suo operato.
Nel frattempo AGCOM si prepara a lanciare Piracy Shield 2.0 nel prossimo futuro, con un costo complessivo di mantenimento che raggiungerà i 2 milioni di euro all’anno.