Gli attacchi phishing sui social network sono sempre più diffusi, nonostante le precauzioni delle piattaforme.
D’altro canto, l’enorme utenza di servizi come Facebook, Instagram e altri social simili, resta un’attrattiva troppo forte per i cybercriminali.
A rimetterci maggiormente, a quanto pare, sono le piccole imprese. Se i social network offrono una vetrina notevole per i business di piccole-medie dimensioni, possono infatti trasformarsi in un vero incubo.
Stando a un sondaggio trimestrale della CNBC sul territorio statunitense, per molti proprietari di negozi o attività dal giro d’affari contenuto, il rischio di attacco informatico è del tutto sconosciuto. Molto probabilmente, ciò non è più di tanto diverso nel vecchio continente, Italia compresa.
Secondo Joseph Steinberg, esperto di sicurezza informatica e Intelligenza Artificiale “I criminali si occupano di furti, quindi vanno dove possono fare soldi e farla franca. E gli account sui social media delle piccole imprese sono come una miniera d’oro per loro“.
Phishing e social network: un giro d’affari impressionante per i cybercriminali
A rendere ancora meno positiva la situazione vi sono i dati forniti dall’FBI. Nel 2021, l’Internet Crime Complaint Center dell’FBI ha ricevuto 847.376 denunce riguardanti attacchi informatici e attività digitali dannose con quasi 7 miliardi di dollari ub perdite, con la maggior parte dei casi che ha coinvolto proprio le attività di medie-piccole dimensioni.
Secondo molti, il problema principale è che Meta non tutela abbastanza tali imprese. Nonostante ciò, un portavoce della società ha sottolineato i sforzi della stessa per proteggere le aziende prese di mira dal malware.
Meta dispone di ricercatori di sicurezza che monitorano e agiscono contro gli autori delle campagne malevoli e, solo quest’anno, gli specialisti hanno individuato e bloccato efficacemente una decina di nuovi ceppi malware.
Gli agenti malevoli, in tal senso, interagiscono con Meta e i suoi servizi in diversi modi. Si parla di e-mail phishing a nome della società, fino a link verso siti Web dannosi diffusi tramite social.