I confronti tra Windows e GNU/Linux sono all’ordine del giorno e i due sistemi operativi sono da decenni oggetto di analisi e approfondimenti tecnici. Le accese discussioni tra sostenitori di Windows e di Linux sono molto comuni e spesso animate da forti convinzioni personali, tecniche o ideologiche. Il fenomeno può essere compreso analizzando diversi fattori, ma va anche detto che, nella maggior parte dei casi, confrontare i due sistemi operativi in termini assoluti ha poco senso se non si considerano il contesto d’uso e gli obiettivi dell’utente. Tra gli ultimi a dire la sua il noto youtuber svedese PewDiePie, all’anagrafe Felix Kjellberg, che ha appena pubblicato un video – già popolarissimo – in cui afferma di essere passato a Linux, abbandonando dopo tanti anni il sistema operativo Microsoft. E invita gli utenti a fare altrettanto.
PewDiePie consiglia di passare a Linux, abbandonando Windows
Anche nel suo video, Kjellberg si dichiara esplicitamente un “non esperto di tecnologia“: classe 1989, PewDiePie è conosciuto soprattutto per i suoi video di commento e gameplay di videogiochi. Eppure, lo youtuber ha voluto accendere i riflettori su Linux spiegando perché ha scelto di abbandonare Windows.
Una delle più sentite ragioni che hanno portato PewDiePie a lasciare Windows è la percezione di un’interazione utente giudicata paternalistica e addirittura “infantile”. L’autore esprime frustrazione per le richieste eccessive di conferma (“Sei veramente sicuro di voler cancellare questo file?”), per l’integrazione forzata di software e servizi indesiderati, come Candy Crush, o ad esempio l’insistenza sull’uso di Bing. La critica si estende alla presenza di pubblicità integrata nel sistema operativo, una piattaforma che comunque prevede l’esborso di un costo di licenza.
In contrasto, PewDiePie descrive Linux (o meglio, GNU/Linux) come un sistema che “ti mette letteralmente una pistola in mano e dice ‘Fallo, sei tu il capo ora’“, evidenziando un senso di controllo diretto, potentemente gratificante per l’utente. Questo concetto di controllo totale nelle mani dell’utente è fondamentale nell’approccio GNU/Linux: l’utente ha la libertà di configurare e gestire il proprio ambiente informatico in modo granulare. Ma non succede da ora, avviene dagli albori di Linux e di qualunque sistema Unix-like.
Non ci voleva PewDiePie per un confronto tra software proprietari e software libero, con le relative licenze permissive. Possibile che lo youtuber abbia scoperto solo adesso la filosofia portata avanti da decenni dalla Free Software Foundation?
Minimalismo e libertà di scelta
Nella sua trattazione video, Kjellberg elogia Linux per il suo minimalismo e per l’assenza di bloatware, aspetto fortemente criticato nel caso di Windows. L’autore lamenta di dover dedicare tempo a disinstallare software preinstallato su Windows. Linux, al contrario, promette “serenità” in questo senso, poiché, specialmente con distribuzioni come Arch Linux, ciò che è presente sul sistema è lì perché l’utente ha deciso di installarlo. Questo aspetto attrae in particolare chi ricerca un sistema snello ed efficiente, privo di componenti superflui che possono appesantire le prestazioni e l’esperienza utente.
PewDiePie afferma di aver scelto, per il suo sistema desktop, Linux Mint. Che detto tra noi, non è propriamente la distro più minimalista in assoluto. Anzi.
Lo youtuber motiva la sua scelta, tuttavia, spiegando che Mint è adatta ai principianti, “assomiglia molto a Windows, solo meglio” e che non è necessario usare il terminale se non si vuole.
Per il notebook, invece, la scelta è caduta proprio su Arch che PewDiePie ha personalizzato sia dal punto di vista estetico che funzionale.
Massime possibilità di personalizzazione
Nella sua appassionata disamina, PewDiePie aggiunge che ha trovato in Linux un alleato personalizzabile fino al midollo. Mentre su Windows la personalizzazione si limita a elementi superficiali come lo sfondo o i colori, Linux permette di andare in profondità. Un’abilità che deriva dalla sua architettura modulare, che consente di sostituire componenti critici come l’interfaccia grafica (GUI) o persino di operare senza di essa.
L’autore si è immerso profondamente in questo aspetto, definendolo “ricing“: un termine gergale per definire per le estese possibilità di personalizzazione estetica e funzionale dell’ambiente desktop. E ha mostrato una serie di esempi che includono la personalizzazione della taskbar Wayland (Waybar) per mostrare informazioni specifiche e controlli rapidi, la creazione di widget informativi con Eww, l’uso di tiling window manager come Hyperland che organizzano automaticamente le finestre, e persino la creazione di animazioni personalizzate per il terminale (ASCII art animata con Neofetch). Questa flessibilità trasforma il sistema operativo in una tela sulla quale l’utente può costruire l’ambiente di lavoro ideale.
Gaming su Linux: una realtà concreta
Un cambiamento significativo rispetto all’esperienza passata dello youtuber su Linux risalente a 15 anni fa è il miglioramento del supporto per il gaming. A suo dire, il gaming su Linux è “finalmente reale“, grazie principalmente all’intervento di Valve (la società dietro la piattaforma Steam), con il lancio dello Steam Deck e lo sviluppo di Proton.
Proton è un layer di compatibilità che consente l’esecuzione di giochi Windows su Linux, basandosi su software open source preesistente come Wine, ma con miglioramenti significativi e integrazione diretta in Steam.
L’autore vede questo come un esempio virtuoso di come una mossa strategica (Valve che potenzia Linux come alternativa a un potenziale monopolio di Microsoft) possa beneficiare l’intero ecosistema, i consumatori e la piattaforma stessa.
I sacrifici e le sfide dell’adozione
In molti dicono che se uno youtuber del calibro di PewDiePie si è accorto di Linux, allora il 2025 deve certamente essere l'”anno del pinguino”. Sì, perché a fronte di un utilizzo di GNU/Linux che supera il 63% lato server (il 92% delle macchine virtuali nei principali provider cloud come AWS, Google Cloud e Microsoft Azure utilizza Linux), su desktop le “quote di mercato” non superano il 4% (Windows è al 72%). Linus Torvalds aveva in passato parlato di un’eccessiva frammentazione in termini di desktop environment e gestori di pacchetti. Che è il bello di Linux, perché guarda sempre alla libertà di scelta; ma è anche controproducente per chi cerca “stabilità”.
Nonostante gli evidenti benefici, aggiunge PewDiePie, la transizione a Linux comporta dei sacrifici. Il più significativo per l’autore è stato l’abbandono di Adobe Photoshop, uno strumento utilizzato per 15 anni con un flusso di lavoro profondamente radicato. Sebbene esistano alternative open source come GIMP, l’adattamento richiede tempo e sforzo.
Un altro punto critico è la compatibilità hardware e software. L’autore ammette che non tutti gli strumenti funzioneranno su Linux. Inoltre, evidenzia che, a differenza di Windows o macOS, dove i problemi sono spesso risolti dai produttori, su Linux “se qualcosa non funziona, spetta a te risolverlo“.
In realtà non è propriamente vero perché, come abbiamo spiegato nell’articolo dedicato ai falsi miti su Linux, il pinguino ha compiuto passi da gigante negli anni. Con la maggior parte delle cose che oggi funzionano e alla dettagliata documentazione disponibile online.
L’esperienza utente avanzata
Una parte considerevole del video condiviso da PewDiePie è dedicata all’esplorazione delle capacità del terminale su Linux, uno strumento assolutamente potente. Così, lo youtuber si prodiga in consigli e mostra esempi pratici:
- Analisi dei tempi di avvio del sistema con
systemd-analyze
- Identificazione dei processi lenti con
blame
per ottimizzare le prestazioni. - Ricerca di file e testo molto più veloce ed efficace rispetto all’esperienza su Windows, che a volte reindirizza le ricerche online. La possibilità di cercare testo dentro i file usando comandi come
grep
è vista come una funzionalità fondamentale e potente. In realtà la stessa cosa si può fare anche in Windows anche se la funzionalità di ricerca dipende da un database di indicizzazione. - Installazione semplificata di programmi tramite gestori di pacchetti (
sudo apt install
), che elimina la necessità di cercare, scaricare ed eseguire gli installer manualmente. Anche Microsoft ha scoperto i package manager: Windows 11 da tempo integrawinget
. Anche se per adesso resta un po’ un trucco segreto per installare i programmi dalla riga di comando Windows. In ogni caso, grazie anche a soluzioni come Scoop, i package manager Windows sono una realtà.
Linux: una piattaforma, non un prodotto
Improvvisamente nelle vesti di ambasciatore di Linux, PewDiePie presenta il sistema operativo non come un semplice “prodotto”, ma come una piattaforma.
E ricorda che Linux è adottato ovunque: alimenta infrastrutture critiche come quelle di NASA e SpaceX, i supercomputer, ma anche dispositivi di uso quotidiano come smart TV, frigoriferi intelligenti e, tramite Android, la maggior parte degli smartphone. La sua nascita da un progetto personale open source (il kernel realizzato da Linus Torvalds nel 1991) e il suo sviluppo collaborativo dimostrano la forza del modello aperto.
Conclusioni
Le affermazioni di PewDiePie, pur presentate con uno stile informale e personale, mettono in luce aspetti tecnici e filosofici fondamentali di Linux. La ricerca di maggiore controllo, l’esigenza di un sistema snello e la brama di personalizzazione sono driver potenti che possono spingere gli utenti verso alternative ai sistemi operativi proprietari. La migliorata situazione in ambito gaming rimuove inoltre una barriera storica per l’adozione su desktop.
L’esperienza dello youtuber, in particolare la trasformazione di un vecchio “odiato” laptop in un dispositivo versatile, funge da potente case study sui benefici tangibili che un ambiente flessibile come Linux può offrire. Sebbene non per tutti, specialmente per chi rifugge dalla risoluzione dei problemi tecnici, Linux si presenta come una potente alternativa che premia l’utente con libertà, efficienza e un profondo senso di padronanza sul proprio strumento informatico.
In ogni caso, discutere su Windows e Linux può essere utile solo se l’obiettivo è informare, migliorare le scelte o condividere esperienze tecniche. Ogni sistema ha pro e contro in base all’hardware disponibile, alle esigenze dell’utente e alle competenze.
Quando invece si scade nella tifoseria, si perde di vista l’essenziale: la tecnologia è uno strumento, non una fede. E come ogni strumento, va scelto per ciò che deve fare, non per ciò che rappresenta.