Perplexity: per Wired e Forbes risultati con plagi e contenuti imprecisi

Le due testate giornalistiche puntano il dito contro Perplexity: possibili azioni legali nell'immediato futuro?

Perplexity, motore di ricerca basato sull’Intelligenza Artificiale, ha lanciato la sfida a Google proponendo un nuovo concetto di ricerca online.

La sfida ambiziosa ha stimolato gli investitori, tanto che il progetto ha raccolto 165 milioni di dollari. A quanto pare, nonostante le ottime premesse, il progetto sta incontrando diverse difficoltà con tanto di polemiche.

In una ricerca effettuata da Wired e Forbes, è stato scoperto come il nuovo motore di ricerca vada a “sottrarre” contenuti alla due testate giornalistiche per fornire risposte agli utenti. Secondo quanto sostenuto da Wired è molto probabile che Perplexity abbia visitato il suo sito e altri relativi alla società che gestisce la testata giornalistica, ovvero Condé Nast. Il tutto sarebbe avvenuto migliaia di volte e senza alcun tipo di permesso. Non solo: i riassunti effettuati dall’IA rispetto agli articoli da cui sembra aver attinto, si sono rivelati anche alquanto imprecisi.

Stando alle accuse, Perplexity crea occasionalmente anche citazioni false di una persona reale. Sebbene la piattaforma abbia voluto sminuire l’accaduto, parlando di un evento raro, ciò potrebbe creare non pochi problemi all’engine.

Forbes pronto a un’azione legale contro Perplexity?

La ricerca è avvenuta in seguito alla segnalazione di Forbes che, la scorsa settimana, ha accusato Perplexity di aver copiato contenuti senza aver citato la fonte. A quanto pare, il giornale sarebbe anche pronto a muovere azioni legali contro la piattaforma.

Di opinione diversa è l’amministratore delegato di Perplexity, che all’Associated Press ha dichiarato come la sua “creatura” no abbia mai derubato contenuti a nessuno. Per l’AD, infatti, quanto proposto agli utenti non è altro che un lavoro di “Aggregazione delle informazioni“. Nonostante ciò, dopo alcune recenti situazioni, vi sono diversi dubbi sull’operato del motore di ricerca.

I rapporti tra IA e giornalismo, d’altro canto, già da tempo sono alquanto tesi. La causa che vede coinvolto il New York Times contro OpenAI e Microsoft è solo il caso più clamoroso, ma tra i due ambienti gli attriti sono sempre più frequenti.

Fonte: cnet.com

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