Se siete particolarmente attenti all’utilizzo della CPU in Windows, potreste esservi accorti del fatto che il Task Manager mostra informazioni sul carico di lavoro un po’ differenti rispetto alle utilità di terze parti. Ma anche rispetto all’eccellente Process Explorer, applicazione gratuita fatta propria da Microsoft dopo l’acquisizione, nel 2006, di Sysinternals.
Il fatto è che l’utilizzo della CPU è misurato, nel Task Manager di Windows, basandosi sulla frequenza di base del processore, ignorando il clock effettivo e l’eventuale impiego della modalità boost. Questo comporta una sottostima dell’utilizzo della CPU rispetto al dato reale, facendo apparire un valore inferiore a quello effettivo.
Provate a premere CTRL+MAIUSC+ESC
per aprire il Task Manager (Gestione attività, in italiano): cliccando su Dettagli, ordinando le voci in lista sulla base dell’occupazione del processore (clic sull’intestazione della colonna CPU) e infine sommando i valori riportati, in alcuni casi si può notare che il valore percentuale supera il 100%. Segno evidente di un’incoerenza nei calcoli.
È possibile aiutarsi con la pressione del tasto CTRL per mettere in pausa il Task Manager ed evitare che la lista Dettagli si aggiorni di continuo.
Windows 11 corregge il vecchio problema del Task Manager nella misurazione del carico sulla CPU
La citata discrepanza rilevabile nella scheda Dettagli non è riscontrabile nella scheda Prestazioni: qui i tecnici Microsoft hanno sempre imposto un limite massimo del 100% nel grafico della CPU, indipendentemente dai calcoli sottostanti.
L’imperfetto rilevamento del carico di lavoro sulla CPU, tuttavia, risultano amplificato quando gli utenti modificavano manualmente le frequenze del processore (overclock e underclock).
Con l’aggiornamento KB5052090, rilasciato il 28 febbraio 2025 per gli utenti del programma Windows Insider (sarà poi distribuito a una platea più ampia), Windows 11 visualizza il dato relativo all’utilizzo della CPU in modo più accurato, basandolo sulla frequenza effettiva del processore. In questo modo, dopo anni, Microsoft risolve un problema storico nella misurazione dei workload.
Amanda Langowski e Brandon LeBlanc spiegano che il Task Manager ora utilizza metriche standardizzate per rappresentare il carico sulla CPU, in modo coerente tra tutte le schede, allineandosi agli standard di settore e agli strumenti di terze parti.
Maggiore precisione e una nuova colonna nel Task Manager
Grazie al pacchetto di aggiornamento KB5052090, Microsoft finalmente corregge un’imprecisione storica. Il nuovo Task Manager offre un’indicazione più precisa dell’utilizzo della CPU, indipendentemente dalla frequenza operativa del processore.
Per mantenere la retrocompatibilità, la versione aggiornata del Task Manager conserva comunque il vecchio metodo di calcolo, ma lo riporta in una nuova colonna denominata CPU Utility. Per farla comparire, basta cliccare con il tasto destro del mouse sulle intestazioni delle colonne nella scheda Dettagli, scegliere Seleziona colonne quindi spuntare la casella CPU Utility.
La correzione si aggiunge ad altre migliorie tecniche che Microsoft ha implementato nel tempo. Ad esempio, a maggio 2024, l’azienda ha aggiornato il Task Manager per rappresentare la velocità della RAM in MT/s invece che in MHz, fornendo così un’indicazione più accurata delle prestazioni della memoria.