Worldcoin è una criptovaluta ufficialmente annunciata da Sam Altman di OpenAI (la stessa azienda che sviluppa i modelli generativi GPT e il popolare chatbot ChatGPT) nelle scorse settimane. L’idea di Worldcoin è legata a doppio filo con il concetto di identità digitale: la criptovaluta verifica verifica l’identità dell’utente attraverso la scansione dell’iride. Le caratteristiche dell’iride oculare, infatti, consentono di creare codici di identificazione personali.
Fino ad oggi, l’azienda guidata da Altman ha effettuato la scansione oculare di circa 2 milioni di persone in oltre 30 Paesi distribuiti su cinque continenti. Dapprima si installa un’app sullo smartphone che genera un codice QR. A questo punto, si deve guardare una sfera metallica chiamata Orb che provvede ad acquisire i dati biometrici dell’iride associandoli poi al codice QR ottenuto in precedenza. Le informazioni così raccolte diventano un passaporto digitale (World ID), utile a identificare univocamente ciascuna persona e direttamente sfruttato per gestire le transazioni Worldcoin.
Gli ideatori di Orb e Worldcoin sostengono che la discriminante sulla quale abbiamo sempre potuto contare, anche in ambito digitale, per distinguerci dalle macchine è la nostra intelligenza. Con i modelli generativi più avanzati e le applicazioni di intelligenza artificiale sempre più complesse ed articolate, il confine sarà sempre più sfumato. La scansione dell’iride e la generazione di un codice univoco è un modo per distinguere gli umani dalle macchine, almeno secondo i promotori dell’iniziativa.
Cos’è Worldcoin e com’è presentato
Worldcoin è presentato come uno strumento la cui missione è quella di creare un’identità globale e una rete finanziaria, di proprietà della maggioranza dell’umanità. In caso di successo, Worldcoin potrebbe aumentare considerevolmente le opportunità economiche, configurarsi come una soluzione affidabile per distinguere gli esseri umani dai “bot” (ad esempio dalle soluzioni di intelligenza artificiale sempre più complesse) favorendo processi democratici globali.
“Worldcoin è costituito da una rete di identità digitale che preserva la privacy (World ID) costruita sulla prova dell’identità della persona e, dove le leggi lo consentono, una valuta digitale (WLD)“, si legge nella pagina di presentazione del progetto. “Ogni essere umano ha diritto a una quota di WLD semplicemente per il fatto di essere umano“. Uno “slogan” in cui in molti hanno visto una sorta di refrain del “reddito di cittadinanza” italiano.
Come detto, fino ad oggi hanno partecipato all’iniziativa oltre 2 milioni di persone ma il contatore che compare sul sito di Worldcoin continua a correre.
Per indurre quante più persone possibile a installare l’apposita app e a volgere lo sguardo verso Orb, la startup guidata da Altman ha offerto Worldcoin in omaggio, Airpod e magliette organizzando anche dei “workshop” nelle scuole superiori.
La scansione oculare e la “delicatezza” dei dati biometrici
Sebbene la parola privacy ricorra spesso nella presentazione di Worldcoin, vale la pena sottolineare che i dati biometrici sono particolarmente preziosi in quanto immutabili per loro natura. Non possiamo cambiare la nostra iride nello stesso modo in cui possiamo eventualmente modificare il nostro nome o il nostro indirizzo. Un aspetto che può quindi introdurre rischi e tradursi in potenziali abusi poiché si può addirittura arrivare a identificare le persone a distanza senza il loro esplicito consenso.
Pochi sanno che oggi sono ben 160 i Paesi che registrano sistematicamente dati biometrici dei cittadini. Spesso presentano queste attività come necessarie al fine di ottenere ricevere pensioni, sovvenzioni, borse di studio, rimborsi per l’acquisto di carburante o cibo. Un database sovranazionale in mano a un’azienda privata, come nel caso di specie, potrebbe tuttavia rivelarsi ancora più pericoloso.
Tools for Humanity, ovvero l’azienda che ha sviluppato la tecnologia di scansione oculare per Altman, offre il suo sistema a qualsiasi organizzazione o governo che aiuti ad accelerare il progetto in Europa, America Latina e Africa. Worldcoin afferma che la privacy è garantita, perché l’utente non deve fornire il proprio nome al momento della registrazione e la sua iride viene memorizzata come un codice numerico astratto.
Come vengono raccolti i dati relativi alla scansione oculare? Le Autorità europee avviano una serie di verifiche
La prima domanda che sorge spontanea è la seguente: chi garantisce che tutto corrisponda al vero? D’altra parte, nel modulo di consenso da sottoscrivere prima di “guardare Orb” e avviare la scansione oculare, è riportato chiaramente che oltre ai dati dell’iride vengono acquisite immagini ad alta risoluzione del viso, degli occhi e del corpo dell’utente. La sfera metallica procede anche con la registrazione di alcuni segni vitali, come la frequenza cardiaca e la respirazione.
Le Autorità francesi e tedesche per la protezione dei dati personali hanno già rilevato un comportamento che potrebbe violare le prescrizioni contenute nel Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR) e proprio per questo motivo hanno deciso di avviare congiuntamente un’indagine. Anche il Regno Unito ha promosso una serie di accertamenti.
Trattandosi di un meccanismo basato su blockchain, inoltre, non è neppure chiaro se una persona possa richiedere che le proprie informazioni vengano cancellate dai database dell’azienda. Come invece prevede la vigente regolamentazione europea.
Worldcoin e Altman hanno sbagliato tempi e modi
Il successo senza confini dei suoi modelli generativi e di un progetto come ChatGPT, hanno fatto volare il CEO di Altman sulle ali dell’entusiasmo. Eppure, in Worldcoin e in Orb c’è qualcosa che stride. La percezione è che Altman e i suoi si siano mossi, in questo caso, con troppa fretta, facendo passi un po’ avventati e tentando di fare forzature inutili e poco avvedute.
La “prova della personalità” è una delle idee fondamentali alla base di Worldcoin, spiegano i promotori dell’iniziativa. Essa permette di attestare, senza alcun dubbio, che una persona sia reale e diversa da ogni altro individuo sulla faccia della Terra. Il tutto senza dover rivelare la propria identità nel mondo reale.
Oggi, la prova della personalità è un problema irrisolto su scala globale, che rende difficile votare online o distribuire valore su larga scala. Il problema è ancora più pressante in quanto i modelli di intelligenza artificiale sempre più potenti amplificheranno ulteriormente la difficoltà di distinguere gli esseri umani dai bot.
È davvero una buona idea generare una sorta di codice a barre per ciascun individuo?
Il fatto è che il tentativo di raccolta di dati posto in essere da Altman suona piuttosto sinistro. “Fare un codice a barre per ogni abitante del pianeta non è affatto umano. Worldcoin è l’antitesi di comunità“, ha dichiarato Ella Jakubowska, specialista in biometria e diritti umani presso European Digital Rights (EDRi), alla testata spagnola El País. E il passo verso il ricordo di un triste passato e di un futuro distopico è davvero breve.
Gli interessi in gioco sono enormi. Basti pensare che Altman ha raccolto attorno a Worldcoin e Orb ben 240 milioni di dollari dalle più famose società di venture capital della Silicon Valley.
Purtuttavia, i tempi e i modi sembrano davvero sbagliati: Worldcoin è descritta come un’infrastruttura decentralizzata e trasparente. Al momento, però, l’azienda che ne tiene le redini è privata, centralizzata e piuttosto opaca. E le Autorità per la protezione dei dati di tutta Europa hanno immediatamente “drizzato le antenne” quando hanno sentito parlare di una scansione oculare “di massa”.