A voler considerare solo gli ultimi anni, la più grande rivoluzione tecnologica è stata senza dubbio quella che al centro vede l’AI generativa. Con il debutto di ChatGPT (OpenAI) nel 2022, l’interesse verso l’intelligenza artificiale è cresciuto in modo esponenziale, con tutte le implicazioni del caso.
Da più di un anno ormai, il modo di interagire con la tecnologia è cambiato. Soluzioni come ChatGPT, Bing Chat e Google Bard sono accessibili anche in Italia, gratuitamente. L’intelligenza artificiale generativa è considerata dai più come una sorta di alleato, anche in ambito business, ma viste le enormi potenzialità della stessa è importante considerare il suo impatto economico sullo stivale, anche in ottica futura.
L’impatto dell’AI generativa per l’Italia e le aziende simbolo del Made in Italy: lo studio di Ambrosetti e Microsoft
Nel corso dell’ultima edizione del Forum The European House – Ambrosetti, The European House – Ambrosetti (nota azienda di consulenza strategica) e Microsoft Italia hanno presentato lo studio “AI 4 Italy: Impatti e prospettive dell’Intelligenza Artificiale Generativa per l’Italia e il Made in Italy”. L’obiettivo della ricerca è quello di analizzare l’impatto economico e sociale dell’intelligenza artificiale generativa in Italia, prestando attenzione anche al lato etico di una rivoluzione che procede a ritmi incalzanti
Attraverso una approfondita attività d’analisi, lo studio propone tutti (o quasi) i casi d’uso dell’AI generativa nelle aziende italiane. «Abbiamo censito 23 tipologie diverse di use case, distribuiti su 15 diversi settori economici e 8 tipologie di processi aziendali», si legge nel comunicato stampa.
I risultati dello studio di Ambrosetti e Microsoft Italia
Il quadro che viene fuori dallo studio è certamente interessante. Consente infatti di fotografare il presente delle aziende ma anche di dare una prima occhiata a quello che potrebbe essere il futuro della produttività grazie al giusto impiego dell’intelligenza artificiale.
- L’AI generativa potrebbe aiutare l’Italia a contrastare le negative conseguenze di “una crescente scarsità del talento e del generale invecchiamento della popolazione“. Nonostante i 3.7 milioni di occupati che lo stivale perderà entro il 2040, il livello di benessere economico potrebbe restare invariato proprio grazie alle nuove tecnologie.
- L’impatto dell’intelligenza artificiale generativa è fuori discussione, ma la sua entità è variabile. Secondo lo studio, “i processi aziendali che ne stanno traendo maggiori benefici, grazie a una più efficiente gestione di grandi quantità di dati, sono la R&S, la progettazione e la produzione e supply chain“.
- Le enormi potenzialità dell’AI generativa possono generare fino a 312 miliardi di euro di valore aggiunto annuo, pari al 18% del PIL del nostro paese.
- I rischi etico-sociali di questa nuova tecnologia sono sotto gli occhi di tutti, ecco perché ora così come in futuro è assolutamente necessario un approccio responsabile con la stessa.
- Per abbracciare l’AI generativa è fondamentale la digitalizzazione delle imprese (soprattutto le medio-piccole) e promuovere la formazione e lo sviluppo di competenze per l’inserimento di lavoratori in aziende che, appunto, sfruttano l’intelligenza artificiale.
Dal sondaggio si apprende inoltre che molte delle aziende italiane che hanno deciso di integrare questa tecnologia nella propria produttività, hanno riscontrato benefici. Altre invece hanno bocciato questa possibilità perché preoccupate da fattori come privacy, sicurezza e affidabilità.
In conclusione, secondo lo studio, sbattere la porta in faccia all’AI generativa significherà mettere in difficoltà l’Italia “in un panorama competitivo globale che sarà sempre più plasmato dalla diffusione pervasiva di questa tecnologia“. È un’occasione che dunque non va assolutamente sprecata, secondo Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti: «l’AI Generativa è un treno tecnologico che l’Italia non può perdere».