Ha destato grande clamore la notizia dei giorni scorsi che vede Linux Foundation e Google collaborare spalla a spalla per lo sviluppo di Chromium. L’iniziativa, battezzata Supporters of Chromium-Based Browsers e lanciata il 9 gennaio 2025, mira a promuovere un ambiente sostenibile per i contributi open source all’interno dell’ecosistema Chromium, coinvolgendo aziende leader come Google, Microsoft, Meta e Opera.
La novità arriva in un momento in cui Google affronta pressioni antitrust negli USA, con il governo che potrebbe imporre la vendita di Chrome come strumento per risolvere il problema oggetto di contestazione. L’intesa con Linux Foundation potrebbe, innanzi tutto, essere un tentativo concreto per dimostrare che il progetto open source Chromium può prosperare anche senza il controllo diretto di Google.
In caso di cessioni forzate, il controllo del “nocciolo” di Chrome, Chromium appunto (da cui Chrome è derivato), resterebbe parzialmente nelle mani di entità comunque vicine a Google.
Linux Foundation: perché investe su Chromium anziché su Firefox?
A nostro avviso, Linux Foundation ha scelto di supportare Chromium piuttosto che Firefox per diverse ragioni. Innanzi tutto, la fondazione è composta anche da aziende che hanno interesse diretto nello sviluppo di Chromium. Come accennato in precedenza, Google e Microsoft sono membri principali e hanno contribuito in modo significativo a progetti legati a Chromium.
Firefox, essendo supportato dalla Mozilla Foundation, non è legato alla Linux Foundation, quindi non beneficia direttamente delle sue risorse. La Linux Foundation, inoltre, non ha come obiettivo primario la difesa di un'”Internet libera”. Il suo scopo principale è quello di promuovere progetti tecnologici open source attraverso collaborazioni industriali.
Pur essendo un progetto open source, Firefox è più focalizzato sulla privacy e sull’indipendenza da grandi entità commerciali, obiettivi che non necessariamente si allineano con quelli della Linux Foundation.
Dominio di mercato e strategia di supporto
Chromium rappresenta la base di molti browser utilizzati oggi (Chrome, Edge, Opera, Vivaldi, Brave e così via), consolidando una sorta di standard comune. Supportarlo garantisce alla Linux Foundation un’influenza maggiore sullo sviluppo del Web rispetto a un progetto con una minore quota di mercato come Firefox.
Molti sviluppatori e aziende considerano Chromium come una base più facile da adattare alle loro esigenze. Tuttavia, non mancano le critiche: pur essendo un progetto open source, Google continua a esercitare un controllo significativo su Chromium, cosa che solleva dubbi sulla vera indipendenza del browser.
Alcuni ritengono che il supporto della Linux Foundation a Chromium sia motivato da interessi corporativi più che da un impegno per il “bene comune”. Essendo una fondazione, la Linux Foundation agisce in base agli interessi dei suoi membri, che appunto hanno profuso molti sforzi su Chromium.
A loro volta, progetti come Electron, QT WebEngine e PDFium si basano su Chromium per fornire le loro funzionalità. Questo rafforza l’integrazione di Chromium con altre tecnologie open source rilevanti per gli sviluppatori.
ANGLE (per il rendering grafico) e V8 (motore JavaScript) dimostrano l’impatto di Chromium su diversi settori tecnologici. Il supporto della Linux Foundation potrebbe garantire che queste tecnologie rimangano aperte e accessibili.
Difficoltà tecniche con Firefox
A differenza di Chromium, il motore Gecko di Firefox non è facilmente integrabile in soluzioni come Electron o Tauri, limitandone l’adozione in ambienti di sviluppo multipiattaforma.
Nonostante Firefox resti un faro-guida per un Web svincolato dagli interessi di pochi, non sono pochi gli sviluppatori a lamentare rallentamenti e bug specifici in ambiti che richiedono un alto livello di compatibilità con Web app e funzionalità avanzate.
Mozilla stessa riceve finanziamenti significativi da Google per mantenere il progetto Firefox, una situazione vista come fragile e potenzialmente insostenibile a lungo termine. La cartina tornasole è la posizione manifestata di recente con Mozilla che osteggia la vendita del browser Chrome.
Il rischio di monocultura
Secondo i detrattori, l’adozione predominante di Chromium creerebbe una monocultura pericolosa. Per molti, tuttavia, la diversità interna tra le fork di Chromium (ad esempio Edge, Brave, Vivaldi, Opera,…) può di fatto mitigare questo rischio.
Da un lato Linux Foundation sembra aver scelto di sostenere Chromium per il suo ruolo centrale nell’ecosistema tecnologico attuale e per l’ampio supporto che offre agli sviluppatori e ai progetti correlati. Tuttavia, la decisione solleva dubbi sul futuro della diversificazione nei motori di rendering, con Firefox che in prospettiva rischia di perdere ulteriormente rilevanza.