Perché le foto cancellate possono riapparire su iOS e Android

Quali sono i motivi della ricomparsa di foto cancellate nei dispositivi Apple? La spiegazione ufficiale non c'è ma proviamo a fare qualche ipotesi.

Apple ha appena corretto il bug di iOS che ha portato al ripristino di foto cancellate, in alcuni casi davvero imbarazzanti, sui terminali di alcuni utenti. Se una foto o un qualunque altro contenuto è già stato eliminato, come può accadere che sia “riesumato” e riproposto in bella vista contro la volontà dell’utente? Nell’era del cloud questo ed altro può succedere. E bisogna necessariamente esserne consapevoli. Quando ci si appoggia a un servizio di terze parti per la gestione dei propri contenuti, i dati sfuggono inevitabilmente al proprio controllo. Anche se la piattaforma cloud applicasse i più elevati standard in termini di trasparenza e rispetto della privacy, bug o vulnerabilità potrebbero in qualche modo esporre dati personali e riservati.

Perché le foto cancellate non sono davvero mai eliminate

La scorsa settimana, molti utenti possessori di iPhone si sono lamentati del fatto che vecchie foto, cancellate da tempo, sono improvvisamente ricomparse nell’app Foto. Immagini di eventi passati, concerti, vacanze, nudi: tutto è tornato inaspettatamente alla vista degli utenti, creando anche situazioni di forte imbarazzo. Perché la vita è in continuo divenire e vedere apparire, di nuovo, foto che riteneva opportuno eliminare definitivamente, può creare disagio, causare problemi o, addirittura, un vero e proprio danno.

Apple non ha motivato la ricomparsa nel “rullino” delle foto cancellate. Si è però subito attivata per distribuire un aggiornamento di iOS aggiungendo un laconico commento: questo aggiornamento integra importanti correzioni di bug e risolve un raro problema: a valle di un danneggiamento del database di riferimento, alcune foto potevano riapparire nella libreria Foto anche se precedentemente eliminate. La traduzione in italiano potrebbe essere leggermente diversa, ma il succo è questo.

Senza ulteriori dettagli tecnici, non è possibile determinare con certezza cosa ha portato al problema denunciato da tanti utenti. Sappiamo infatti che, da termini di utilizzo del servizio, sia Apple che Google si riservano di conservare le foto degli utenti, sui loro server, per 30 o 60 giorni dopo l’eliminazione. Ma nel caso di specie alcuni possessori di terminali Apple affermano di aver visto riapparire foto risalenti addirittura al 2010!

Il problema del database e l’algoritmo FIFO

Da quando nel 2011 Apple presentò iCloud, e poi Google Foto – che arrivò qualche anno dopo -, le più grandi aziende tecnologiche hanno spinto sempre più gli utenti ad archiviare foto (e altri documenti personali) sui server cloud. Si tratta di un approccio utile sia per ridurre il quantitativo di spazio occupato sullo smartphone, sia per creare backup in tempo reale dei propri archivi.

L’incidente che ha coinvolto Apple sottolinea in maniera evidente come le foto archiviate sul cloud siano memorizzate sui dispositivi di qualcun altro. E come la gestione di questi dispositivi sfugga completamente al controllo degli utenti.

Se una foto cancellata risalente ad anni prima riappare “magicamente” nell’app Foto, significa una cosa sola. C’è un database che mantiene le informazioni sulle immagini che devono apparire nella galleria fotografica e che, contemporaneamente, tiene traccia delle foto eliminate dall’utente. In altre parole, contiene ad esempio indicazione del fatto che l’immagine con ID abcde1234 è cancellata dall’utente.

A quanto pare, però, le immagini potrebbero non essere rimosse definitivamente e rimanere nelle pieghe del servizio cloud fintanto che non sono sovrascritte dal qualcos’altro di più recente. Forse con una sorta di algoritmo FIFO, first-in, first-out. Ovvero la foto più vecchia, quella inserita prima, è la prima ad essere sostituita con immagini più recenti.

Siamo nel campo delle ipotesi, sia chiaro, ma effettivamente anche Apple parla di situazioni sporadiche in cui il database utilizzato per la gestione della galleria fotografica risulta danneggiato (e appunto perde le corrette corrispondenze tra foto effettivamente presenti nel “rullino” e immagini rimosse).

Come Google documenta la procedura di eliminazione delle foto sul cloud

Uno schema corretto per approcciarsi alla procedura di eliminazione delle foto conservate sul cloud, è pensare che essa agisce a più livelli. Nella documentazione Google sui suoi servizi, ad esempio, l’azienda di Mountain View spiega che la cancellazione si articola in più fasi: ci sono l’eliminazione “soft”, la rimozione logica e una “scadenza finale”.

L’azienda chiarisce che in tutti i suoi prodotti cloud, le copie dei dati eliminati sono contrassegnate come spazio di archiviazione disponibile e quindi sovrascritte nel tempo. L’approccio non è diverso da quello di un tradizionale hard disk magnetomeccanico in cui tutti i dati eliminati contengono un “flag” apposito. Lo spazio precedentemente occupato dai file cancellati è indicato come disponibile ma non è sovrascritto fintanto che l’utente non salva altre informazioni nello spazio libero.

Le situazioni in cui si fosse certi di aver eliminato qualcosa dal cloud e poi lo si vede improvvisamente riapparire, tuttavia, sono più comuni di quanto si pensi. E l’incidente occorso ad alcuni utenti Apple ne è ulteriore riprova.

Inoltre, qui ci siamo concentrati sulle foto ma gli stessi principi valgono per qualunque altra tipologia di dato conservato sul cloud: documenti e file di qualsiasi genere possono seguire la stessa sorte e restare memorizzati nelle “pieghe” di tutte le varie piattaforme cloud.

Credit immagine in apertura: iStock.com – grinvalds

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