AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha ritenuto opportuno sanzionare Google e la casa madre Alphabet irrogando una sanzione da 102 milioni di euro che dovranno essere versati entro il termine di 90 giorni dalla pubblicazione del provvedimento.
Ma cos’è successo? E quali sono i motivi della multa multimilionaria decisa nei confronti di Google?
Tutto nasce da una segnalazione presentata all’Antitrust italiana da parte di Enel X Italia che si lamentava del “trattamento” ricevuto da Google rispetto alla distribuzione e all’installazione dell’app JuicePass, precedentemente conosciuta con il nome di Enel X Recharge, sui dispositivi compatibili Android Auto.
Su Android Auto, quindi sui sistemi di infotainment che si utilizzano nelle vetture più moderne, non possono essere eseguite app che possono costituire pericolo per gli utenti.
In altre parole Google vieta l’uso di app Android che possano distogliere l’attenzione del conducente e far spostare troppo spesso lo sguardo dalla strada al display montato sul cruscotto.
JuicePass è un’app che permette di gestire i servizi di ricarica sulle colonnine pubbliche e private. Il servizio di Enel X permette di scegliere la tariffa di ricarica più adatta alle proprie esigenze, di individuare le colonnine sulla mappa insieme con le rispettive informazioni, di scoprire gli orari di accesso e i costi, prenotare la ricarica, monitorarla in diretta e consultare lo storico dei propri consumi.
L’app funziona con tutte le colonnine pubbliche compatibili con la ricarica di Enel X ma anche con le infrastrutture private a casa o in ufficio.
Da parte sua Google ha ritenuto rigettare la richiesta di pubblicazione di JuicePass su Android Auto escludendola ormai da oltre 2 anni. Il “no” manifestato a Enel X ha di fatto favorito Google Maps, applicazione che già oggi consente di cercare le colonnine di ricarica eventualmente disponibili in zona e che in futuro l’applicazione permetterà ad esempio la prenotazione e il pagamento dei servizi di ricarica delle batterie.
La decisione resa pubblica dall’Antitrust quest’oggi è davvero complessa e articolata (il provvedimento si snoda su ben 156 pagine) ed affronta la vertenza da ogni possibile punto di vista esaminando anche le posizioni dei principali costruttori di autoveicoli.
L’Autorità conclude che Google non può rifiutarsi di pubblicare JuicePass di Enel X e non può continuare a impedirne l’utilizzo su Android Auto.
Stando a quanto concluso, Google ha “ingiustamente limitato le possibilità per gli utenti di utilizzare l’app di Enel X quando sono alla guida di un veicolo elettrico e hanno bisogno di effettuare la ricarica“.
Il provvedimento è destinato però ad essere un importante spartiacque tra quanto accaduto fino ad oggi e ciò che Google dovrà fare nel prossimo futuro. AGCM intima a Google di cessare immediatamente i comportamenti anticoncorrenziali tenuti fino ad oggi e astenersi dall’applicarli ancora, anche nei confronti di altri soggetti.
L’Antitrust ha imposto a Google di mettere a disposizione di Enel X, così come degli altri sviluppatori di app che ambiscono a essere compatibili con Android Auto tutti gli strumenti per la realizzazione delle applicazioni.
Nel testo del provvedimento si osserva che Google stava lavorando su un template da consegnare agli sviluppatori di app per la ricarica elettrica da rendere compatibili con Android Auto ma che l’azienda non ha specificato quando sarà disponibile.
A questo punto un esperto indipendente dovrà verificare l’attuazione degli obblighi in capo a a Google e monitorarne l’impegno.
Con una breve nota Google ha fatto sapere di essere “rispettosamente in disaccordo” con quanto stabilito da AGCM.
L’azienda ha osservato che la priorità resta l’accettazione su Android Auto di quelle sole app che permettano di aiutare gli automobilisti potendo essere utilizzate in modo sicuro.
L’Autorità italiana ha invece evidenziato come la condotta contestata a Google possa influenzare lo sviluppo della mobilità elettrica in una fase cruciale del suo avvio, in particolare per quanto riguarda il potenziamento di una rete di infrastrutture per la ricarica delle auto elettriche adeguata alla fase di crescita e di evoluzione della domanda di servizi di ricarica. “Da qui le possibili ricadute negative sulla diffusione dei veicoli elettrici, sull’utilizzo dell’energia “pulita” e sulla transizione verso una mobilità più sostenibile dal punto di vista ambientale“.