Quando si parla di esperti di cybersicurezza, si fa riferimento ad esperti del settore che svolgono un compito essenziale per proteggere i dispositivi elettronici della popolazione.
In questo senso, alcuni tra i più zelanti ricercatori, tendono a non smettere mai di lavorare, anche quando sono nel tempo libero e in vacanza. Anche se questo impegno extra può sembrare apprezzabile, in realtà può comportare una serie di inaspettati problemi.
A sollevare questo dubbio è stata una ricerca condotta da Centripetal. Il rapporto stilato in questo contesto ha preso in esame ben 200 professionisti del settore, evidenziando alcuni dati inaspettati.
In generale, è emerso che gli esperti di cybersicurezza tendono ad essere degli stacanovisti, visto che il 90% degli stessi controllano con regolarità la posta elettronica e varie piattaforme di messaggistica relative al lavoro, anche durante le vacanze.
Questo tipo di comportamento, però, comporta svantaggi considerevoli. Spesso, chi svolge mansioni nel settore è soggetto a grandi responsabilità e stress, con team che sono spesso a corto di personale. Come segnalato già in precedenti ricerche, chi è impegnato in questi contesti soffre spesso di burnout e, in caso di emergenza, risulta meno reattivo.
Esperti di cybersicurezza? Lavoro anche durante le vacanze e lo spettro del burnout
Il rapporto di Centripetal ha evidenziato altri numeri e percentuali alquanto disarmanti.
Il 32% di esperti dichiara di lavorare anche di notte, mentre circa un quinto (ovvero il 18%) lavora più di 8 ore al giorno, senza ricevere gli straordinari. Il 46% degli intervistati ha dichiarato di rispondere alle e-mail durante la notte e di lavorare anche durante le ferie annuali, per fornire costantemente supporto alla propria azienda.
Circa il 10% di esperti di sicurezza, poi, dichiara di essere l’unico nel proprio contesto a poter svolgere certe mansioni e di risultare dunque indispensabile ai propri colleghi.
Secondo alcune stime, i team IT sono in grado di gestire solo due terzi degli avvisi ricevuti, buona parte dei quali risultano inutili. In questo caos, però, un professionista stressato e sotto pressione può facilmente perdere di vita eventuali emergenze. In tal senso, addirittura il 97% degli intervistati si sono detti preoccupati di tralasciare eventi essenziali per l’azienda.
Tenendo conto dei ritmi allarmanti con cui evolvono i rischi legati alla cybersecurity, tutti questi dati risultano a dir poco allarmanti.