Il direttore dell’FBI Christopher Wray ha lanciato l’allarme rispetto agli attacchi informatici provenienti dalla Cina.
Nonostante l’attenzione dell’intelligence statunitense si sta concentrando sugli scenari di guerra in Ucraina e Medio Oriente, infatti, il paese asiatico sembra aver aumentato la mole di cyberattacchi verso le infrastrutture degli USA.
Per Wray, infatti i cyberattacchi registrati sono “Su una scala maggiore di quanto avessimo mai visto prima“, tanto che considera gli stessi come una concreta minaccia per la sicurezza nazionale, come evidenziato dal recente caso di Volt Typhoon. Nonostante ciò, il capo dell’FBI ha rifiutato di elencare le infrastrutture critiche siano maggiormente a rischio, pur confermando che la sua agenzia si sta dando da fare per arginare gli attacchi informatici provenienti dall’Asia.
Wray ha poi sollecitato anche i governi stranieri, sia in Europa che in Asia, ad aumentare le risorse per contrastare le campagne di hacking provenienti dalla Cina. Per lo stesso, infatti, anche le infrastrutture critiche degli alleati sono potenzialmente nel mirino dei cybercriminali.
FBI e attacchi informatici cinesi: il direttore dell’agenzia lancia l’allarme
In occasione di un recente incontro in California, il direttore dell’FBI ha incontrato alcuni colleghi facenti parte del Five Eyes (che comprende, oltre agli USA, anche Australia, Nuova Zelanda, Canada e Regno Unito). In questa occasione, Wray ha sottolineato il suo apprezzamento per quanto fatto dall’Europa per contrastare l’escalation del cybercrimine.
Per il rappresentante dell’FBI, l’Intelligenza Artificiale potrebbe giocare un ruolo fondamentale in questo confronto “Hanno già reso lo spionaggio economico e il furto di dati personali e aziendali come una sorta di fondamento della loro strategia economica e stanno seguendo con entusiasmo i progressi dell’IA per cercare di accelerare tale processo“. D’altro canto, il governo di Pechino nega l’attribuzione degli attacchi informatici, sostenendo come gli Stati Uniti stiano organizzando una messinscena per incolpare la nazione asiatica.
Di certo, l’FBI è alquanto attiva per quanto concerne il contrasto del cybercrimine. Basti pensare, in tal senso, all’operazione che nello scorso dicembre ha colpito l’infrastruttura del temibile gruppo ransomware noto come BlackCat.