I tecnici di Google dovranno intervenire per “censurare” termini quali torrent, RapidShare e Megaupload. Lo hanno stabilito i giudici francesi esprimendosi nell’ambito di una vertenza che vedeva il colosso di Mountain View contrapposto a SNEP (Syndicat national de l’édition phonographique), organizzazione che tutela i diritti dell’industria discografica d’Oltralpe.
I legali di SNEP avevano contestato il comportamento del motore di ricerca di Google che, digitando – nell’apposita casella – nomi di famosi cantanti e gruppi musicali, proponeva, sotto forma di suggerimento automatico, anche le parole adesso bandite.
Quanto stabilito dal tribunale francese riguarda quindi solo le funzionalità del motore di ricerca Google che offrono l’autocompletamento delle interrogazioni oppure che mettono a disposizione dei suggerimenti mirati.
Stando a quanto più volte rimarcato dai vertici di Google, l’azienda si è comunque già attivata per eliminare i termini che potrebbero ammiccare al download illecito di materiale protetto dalle disposizioni a tutela del diritto d’autore. La società fondata da Larry Page e Sergey Brin, inoltre, rimuove – su base giornaliera – migliaia di pagine web dai risultati proposti dal motore di ricerca, sulla base delle segnalazioni ricevute.
Nell’ultimo mese di attività, ad esempio, Google sostiene di aver rimosso oltre 2,5 milioni di URL, un valore addirittura doppio rispetto a quanto dichiarato solo a maggio (vedere l’articolo Google: nell’ultimo mese rimossi 1,2 milioni di link illegali).
La vertenza SNEP giungerà comunque dinanzi alla Corte d’Appello affinché venga emessa una decisione finale.