Patrick Breyer, noto politico tedesco impegnato per la difesa dei diritti digitali, europarlamentare e membro del Partito Pirata, è tornato sullo scottante argomento della proposta di legge nota come Chat Control 2.0 che potrebbe obbligare gli sviluppatori di app di messaggistica a consentire l’accesso da parte di terzi al contenuto dei loro messaggi privati, senza alcuna autorizzazione degli utenti coinvolti.
La nuova regolamentazione sembrava essere ormai sul viale del tramonto, dopo le tante critiche incassate da più parti. Il giudizio prevalente, infatti, è che vi fosse una enorme sproporzione tra la necessità di reprimere eventuali reati online e l’introduzione di un sistema di sorveglianza di massa. Questo, infatti, sarebbe Chat Control 2.0 per molti osservatori.
Il fronte del “no” aveva prevalso a ottobre 2023 e l’introduzione della norma Chat Control 2.0 in Europa era stata rinviata. Breyer, tuttavia, ha spiegato che l’iter di approvazione della proposta di legge è in realtà proseguito. Tanto che il parlamentare ha anche condiviso quella che sembra a tutti gli effetti la bozza aggiornata del provvedimento (potrebbe addirittura potenzialmente entrare in vigore già da giugno 2024).
Chat Control fa saltare la crittografia end-to-end e minaccia la riservatezza delle comunicazioni
Breyer ricorda che se dovessero essere davvero applicate le prescrizioni contenute nella norma europea, i gestori dei principali network di messaggistica si troverebbero obbligati a segnalare messaggi dai contenuti sospetti, che a loro volta sarebbero esaminati da parte di soggetti incaricati.
Un’attività che minaccia le fondamenta della crittografia end-to-end, vera conquista degli utenti. Questi ultimi, almeno fino ad oggi, hanno infatti potuto colloquiare vicendevolmente certi che i loro messaggi non potessero essere letti da parte di soggetti terzi. Almeno con le app che supportano la cifratura da un capo all’altro del canale di comunicazione.
Ed è ancora più incredibile, sostiene Breyer, che alti funzionari dell’Unione Europea sembrino cercare esenzioni, insieme ad altri soggetti, rispetto alla regolamentazione presentata. E riporta quanto evidenziato dall’organizzazione francese Contexte: “i ministri degli interni dell’UE desiderano esentare gli account professionali del personale delle agenzie di intelligence, della polizia e dell’esercito dalla prevista scansione delle chat e dei messaggi“. Oltre ai contenuti gestiti da ministri, polizia e personale dei servizi di intelligence, inoltre, qualunque messaggio classificato come “segreto professionale” dovrebbe essere a sua volta esentato dalla tecnologia automatizzata di scansione dei contenuti, che invece coinvolge tutti gli altri cittadini dell’Unione.
Non è possibile stabilire con certezza se una comunicazione sia un “segreto professionale”
Da parte sua Breyer afferma che “nessun provider e nessun algoritmo possono sapere o determinare se una chat è condotta con medici, terapisti, avvocati e così via, in modo da esentarla dal controllo delle chat“. E sottolinea, di nuovo, come una regolamentazione quale Chat Control 2.0 possa introdurre un concetto di sorveglianza di massa, tanto caro ad alcuni Paesi asiatici, destinato a mettere in grave difficoltà i nostri figli, anziché proteggerli.
E se da un lato il Mediatore europeo aveva “fatto le pulci” alla Commissione sul tema Chat Control 2.0, la Germania ribadisce la sua ferma opposizione. Berlino, infatti, prosegue a testa bassa nel processo di approvazione di una legge che, invece, sancisce il diritto all’uso della crittografia per tutti i cittadini.