Outernet, una costellazione di satelliti per il web libero

Una costellazione di minisatelliti che offriranno la possibilità di visualizzare gratuitamente, senza stipulare alcun abbonamento, una selezione di contenuti pubblicati sul web.
Outernet, una costellazione di satelliti per il web libero

Una costellazione di minisatelliti che offriranno la possibilità di visualizzare gratuitamente, senza stipulare alcun abbonamento, una selezione di contenuti pubblicati sul web. Il progetto Outernet, presentato dal Media Development Investment Fund – un’organizzazione senza fini di lucro che si prefigge di offrire finanziamenti alle testate online indipendenti che svolgono le loro attività in quelle nazioni dove la censura è più forte – ha infatti come obiettivo quello di fornire accesso alla conoscenza senza alcun tipo di restrizione.
Come spiegato nel sito dell’iniziativa, Outernet si rivolge quindi, in primis, a coloro che risiedono in quei Paesi dove la libertà d’espressione è ancora una chimera od in quei luoghi ove non esistono adeguate infrastrutture di comunicazione.

Almeno in un primo tempo, le informazioni non potranno fluire in entrambe le direzioni. I satelliti di Outernet, infatti, resteranno in attesa di ricevere dalle stazioni base disposte sulla Terra indicazioni sui contenuti web da distribuire pubblicamente in broadcasting. Utilizzando poi il protocollo UDP su multicast Wi-Fi, i vari satelliti (detti anche CubeSat) provvederanno a “rilanciare” i contenuti verso i dispositivi wireless “in ascolto”.
I dati viaggeranno quindi in un’unica direzione e gli utenti del servizio, almeno in un primo tempo, non potranno scegliere di consultare pagine web non comprese nella selezione offerta dal network Outernet.

I satelliti lanciati da Media Development Investment Fund andrebbero a collocarsi nella zona orbitale terrestre più bassa.
E mentre i responsabili del progetto fissano già i primi lanci per il mese di gennaio 2015, sono in molti a definire “utopistico” il progetto. Sono infatti molti i punti deboli dell’iniziativa: primo fra tutti, i costi da affrontare, che si aggirerebbero – almeno per le operazioni iniziali – intorno ai 42 milioni di dollari.
Sono poi in molti a credere che sia praticamente impossibile, anche se le problematiche tecniche dovessero essere superate senza intoppi, effettuare una selezione ragionata di tutte le risorse più valide disponibili sul web, nelle varie lingue. Ancora una volta, quindi, sarebbe un gruppo ristretto di persone a decidere quali contenuti debbano essere distribuiti e quali no.

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