Secondo fonti vicine al colosso di Cupertino, Apple avrebbe richiesto agli stabilimenti asiatici partner dell’azienda di realizzare circa 5-6 milioni di smartwatch nel primo trimestre di quest’anno.
La Mela inizia così a prepararsi al lancio ufficiale dell’Apple Watch previsto per aprile (Apple Watch arriverà ad aprile: è ufficiale). Il modello entry-level “Sport” (prezzo base: 349 dollari) è quello più richiesto da Apple ed è pari a circa la metà degli esemplari fin qui prodotti.
Lo smartwatch che andrà sul mercato, comunque, potrebbe essere privato di alcuni sensori, sia per motivi tecnici, sia per aspetti burocratici. L’Apple Watch, com’è noto, integrerà un contapassi, riuscirà a stabilire quando si è seduti o in piedi, calcolerà il numero di calorie bruciate giornalmente.
Per effettuare le varie rilevazioni ed elaborare i dati rilevati, l’Apple Watch utilizza una serie di sensori (accelerometro, sensore del battito cardiaco, tracking GPS con l’ausilio dell’iPhone). Alcuni di essi, ad esempio un sensore che avrebbe dovuto rilevare il livello di stress combinandolo con la frequenza cardiaca, l’ossigenazione del sangue, la pressione sanguigna, sono stati eliminati perché non avrebbero fornito dati sufficientemente affidabili.
Apple non sarebbe riuscita ad ottenere per tempo l’autorizzazione da parte della FDA (Food and Drug Administration), l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione di farmaci ed alimenti con il preciso obiettivo di proteggere la salute dei cittadini verificando la messa sul mercato dei vari prodotti.
È comunque altamente probabile che i modelli di Apple Watch, privati di alcuni sensori, ma ormai sulla rampa di lancio, possano essere il primi di una serie.