L’ultimo strumento legato all’Intelligenza Artificiale proposto da OpenAI si chiama Operator, un agente AI che promette un ulteriore salto di qualità nel contesto di questa tecnologia. Il lancio, avvenuto con una prima versione in anteprima giusto un paio di giorni fa, a quanto pare e stato soggetto ad alcuni piccoli intoppi.
OpenAI ha presentato il nuovo strumento spiegando come si tratti di un Computer Using Agent (CUA) basato sul modello GPT-4o. Questo permette funzioni multimodali, che spaziano dal ragionamento applicato ai risultati di ricerca fino alla possibilità di ricerche automatiche sul Web.
A dispetto di una promettente demo iniziale, Operator si è però dimostrato molto più lento del previsto, nonché soggetto molto facilmente ad allucinazioni, come riportato dal sito Quartz.
Operator non è efficace come previsto: ecco i primi problemi e i potenziali rischi
Le lamentele, sempre più diffuse, sono arrivate anche su X, attirando l’attenzione di Sam Altman, CEO della compagnia. A quanto pare, Altman ha risposto ai reclami promettendo una rapida soluzione.
A ciò va aggiunto anche un altro aspetto per ora limitante, ovvero il fatto che Operator è disponibile solo negli Stati Uniti. Sebbene questo problema sia facilmente aggirabile, attraverso l’utilizzo di una VPN, risulta comunque un limite.
Inoltre se le potenzialità di questo strumento restino impressionanti, il suo utilizzo non è alla portata di tutti. Lo strumento sarà infatti disponibile solo con l’abbonamento ChatGPT Pro da 200 dollari al mese.
Altro potenziale problema da affrontare, secondo quanto sostenuto dal sito ComputerWorld , sono i potenziali rischi di sicurezza annessi a Operator. L’utilizzo di ecosistemi automatizzati per lanciare attacchi informatici o bypassare i codici CAPTCHA sono infatti pericoli da non sottovalutare, nonostante le rassicurazioni di OpenAI.