Opera ha confermato di aver subìto un’aggressione da parte di sconosciuti. Bersaglio dell’attacco il servizio Opera Sync che, similmente agli omologhi proposti dai browser web concorrenti, permette di mantenere sincronizzate le informazioni sulle attività di navigazione con tutti i dispositivi in proprio possesso.
Avevamo affrontato il tema, di recente, nell’articolo Sincronizzare Android, cosa significa e cosa implica. Anche se avevamo concentrato la nostra attenzione su Android, l’argomento ha valenza generale perché la sincronizzazione è attivabile indipendentemente dalla tipologia di dispositivo in uso. È bene quindi essere consapevoli di come funziona e delle situazioni in cui è preferibile farne a meno.
Opera sostiene che la maggior parte dei 350 milioni di utenti del suo browser è al sicuro. Sono infatti pochi (appena 1,7 milioni) a usare le funzionalità di sincronizzazione di Opera Sync.
Inoltre, le password memorizzate con il browser Opera e sincronizzate sui vari dispositivi mediante i server della società norvegese vengono puntualmente crittografate. Eventuali aggressori non possono quindi leggere i dati di autenticazione in chiaro.
Per maggiore scrupolo, comunque, i tecnici Opera informano di aver reimpostato – d’ufficio – tutte le password per l’accesso al servizio Sync.
È indubbio, però, che l’aggressione denunciata da Opera non potrà non avere qualche ripercussione sull’immagine dell’azienda, recentemente venduta ai cinesi di Qihoo (Il browser di Opera ai cinesi di Qihoo 360 per 600 milioni), sviluppatori – tra l’altro – di uno dei migliori antivirus in circolazione.