La software house norvegese Opera Software ha annunciato di aver sottoposto Opera Mini per iPhone all’approvazione di Apple. Si tratta di un passo importante perché solo con il “via libera” della società di Steve Jobs il browser di Opera per dispositivi mobili potrà comparire nell'”iPhone App Store” ed essere installato sul “melafonino”.
Se Apple accettasse la versione di Opera Mini per iPhone, la società norvegese potrebbe presto lanciare una release pensata per gli iPad, la cui commercializzazione dovrebbe iniziare, negli Stati Uniti, il prossimo 3 aprile (in Italia il dispositivo è atteso per la fine del mese prossimo).
“Abbiamo passato a loro la palla“, ha commentato Jon Von Tetzchner, cofondatore di Opera ed ex-CEO dell’azienda. “Il software non viola l’iPhone SDK ed Apple ha già posto la sua approvazione su altri browser. Ritengo sarebbe piuttosto strano se Apple decidesse di rigettare la nostra richiesta“.
L’invio di Opera Mini ad Apple per l’approvazione, segue la presentazione offerta il mese scorso dai tecnici della società scandinava in occasione del Mobile World Congress di Barcellona (Spagna). Di fronte a partner e giornalisti, Christen Krogh – chief development officer di Opera – liberò il campo dai timori di una possibile “bocciatura” del prodotto da parte di Apple. Tra l’altro, Von Tetzchner ha voluto sottolineare come Opera Mini non introduca nell’iPhone una nuova runtime quanto, piuttosto, si proponga come una soluzione client-server. Le pagine web richieste dall’utente di Opera Mini vengono infatti prima elaborate dai server di Opera e compresse al massimo in modo da ridurre nettamente (sino al 90%) il quantitativo di dati scaricati attraverso la connessione “mobile”. Un approccio, questo, che tra l’altro fa risparmiare davvero molto a coloro che pagano la connessione dati (GPRS/EDGE/UMTS/HSDPA) con un profilo a consumo, in base al quantitativo di informazioni scambiate.
Secondo Opera Software, il “browserino” Opera Mini – grazie alla particolare soluzione tecnica impiegata – sarebbe in grado di visualizzare le pagine web addirittura sei volte più velocemente rispetto ad Apple Safari.
In passato, Apple aveva giustificato la mancata accettazione di alcune applicazioni all’interno dell'”App Store” in forza della “duplicazione” di funzionalità già presenti nell’iPhone.
Il “diniego” che ha fatto più notizia è sicuramente la bocciatura di “Google Voice” che ha portato il colosso di Mountain View, a fine gennaio, ad aggirare la situazione attraverso un semplice espediente: trasformare “Google Voice” da un’applicazione in un servizio interamente fruibile via web (ved., in proposito, questa notizia).