Esattamente 19 anni fa, il 9 agosto 2004, nasceva l’ambizioso OpenStreetMap (OSM), un progetto collaborativo e una piattaforma online che si propone di creare una mappa mondiale gratuita e dettagliata. A differenza delle soluzioni tradizionali, spesso proprietarie e soggette a licenze restrittive, OpenStreetMap fonda il suo funzionamento su dati geospaziali condivisi e aperti, che possono essere utilizzati, modificati e distribuiti liberamente.
Cos’è e come funziona OpenStreetMap
OpenStreetMap ha di fatto introdotto il concetto di crowdmapping ossia di mappatura collaborativa e partecipative che coinvolge direttamente gli utenti finali. Questi ultimi raccolgono i dati geografici utilizzando GPS, immagini aeree e altre fonti. Possono dislocare sulle mappa punti di interesse, strade, edifici, corsi d’acqua e altro ancora con un intervento diretto.
I dati caricati sulla piattaforma possono essere modificati e arricchiti da altri utenti in un processo di editing collaborativo che è uno dei principali pilastri di OpenStreetMap.
Un meccanismo di tagging permette di “etichettare” gli oggetti sulla mappa in modo da descriverli in maniera puntuale. Ad esempio, un edificio può essere etichettato come residenziale o commerciale, una strada può essere categorizzata come autostrada o strada secondaria, e così via.
Le informazioni rese disponibili sulla piattaforma possono poi eventualmente essere utilizzate in vari contesti, inclusi siti Web, app per i dispositivi mobili, strumenti di navigazione GPS, soluzioni per la pianificazione urbana e altro ancora. La licenza aperta che caratterizza OpenStreetMap consente a chiunque di utilizzare, modificare e distribuire i dati in modo gratuito, a patto di citare la fonte degli stessi. Le API (Application Programming Interfaces) consentono agli sviluppatori di creare velocemente applicazioni, servizi e mappe personalizzate utilizzando i dati di OpenStreetMap.
Quali opportunità ha introdotto OSM
Il progetto OpenStreetMap ha aperto la strada a una serie di opportunità chiave in diversi ambiti. Innanzi tutto, la disponibilità di dati geospaziali aperti e accessibili ha permesso a sviluppatori, ricercatori, aziende e organizzazioni di realizzare applicazioni innovative, analisi geografiche e servizi basati sulla posizione.
La personalizzazione delle mappe ha permesso di mettere a punto servizi capaci di soddisfare le esigenze specifiche degli utenti. Le mappe possono essere predisposte con i livelli di dettaglio desiderati, stili di visualizzazione personalizzati e dati tematici per vari settori come trasporti, turismo, pianificazione urbana e altro ancora.
OpenStreetMap ha inoltre offerto l’opportunità di mappare aree non coperte o non ben rappresentate da altri servizi di mappe. Un aspetto particolarmente rilevante per le zone più remote, le aree rurali o meno sviluppate, dove la mappatura tradizionale potrebbe essere carente.
La partecipazione comunitaria e il fatto di proporsi come un’alternativa alle soluzioni proprietarie, ha fatto di OpenStreetMap uno strumento capace di stimolare l’innovazione tecnologica nel settore delle mappe basate su posizione. Sviluppatori e startup, professionisti, aziende private ed enti pubblici possono utilizzare i dati di OpenStreetMap per creare nuove app e servizi: applicazioni di navigazione, app per la ricerca di luoghi, servizi di consegna e così via. Il tutto senza versare un centesimo.
Buon compleanno OpenStreetMap!
OpenStreetMap ricorda l’importante ricorrenza con un post che riassume la storia della popolare piattaforma di mappe.
Facendo un resoconto di questi primi 19 anni di vita del progetto, si fa presente che OpenStreetMap si regge oggi su 18 “chapter” in tutto il mondo. In OpenStreetMap, i “chapter” sono organizzazioni locali o regionali che lavorano per promuovere l’uso e la diffusione della piattaforma nei loro rispettivi territori. Questi “chapter” possono essere associazioni formali, gruppi informali od organizzazioni senza scopo di lucro che condividono l’obiettivo comune di sostenere e sviluppare la comunità di mappatori e l’utilizzo di OpenStreetMap.
I membri di questi “chapter” collaborano su centinaia di canali di comunicazione, in più di 50 lingue, nella maggior parte dei Paesi del mondo. Inoltre, l’API OpenStreetMap è utilizzata da milioni di persone e “la comunità è motivata, multi-talentuosa e culturalmente e geograficamente diversificata“, si legge nella breve nota pubblicata oggi.
Nell’immagine, alcuni dei motivi ricorrenti per cui gli utenti apprezzano OpenStreetMap e lo utilizzano su base quotidiana.
Con l’occasione e con il preciso obiettivo di guardare al futuro, OpenStreetMap ha avviato una raccolta fondi che aiuterà ad affrontare i costi di uno strumento che nel corso degli anni è divenuto sempre più apprezzato e popolare.
Come è strutturato OpenStreetMap
I dati di OpenStreetMap sono ospitati su server distribuiti in tutto il mondo. Non esiste un singolo server centrale che ospita tutti i dati che invece risultano replicati su diversi server e database sparsi in varie posizioni geografiche.
Il sito Web principale, attraverso il quale è possibile visualizzare le mappe e contribuire in prima persona, è ospitato su server cloud gestiti da organizzazioni e volontari. Ci sono poi molti mirror e server di cache che consentono di accedere ai dati delle mappe in modo rapido e affidabile.
Il sistema offre anche i suoi dati grezzi (raw data) in formato XML o PBF (Protocol Buffers Binary Format) tramite una batteria di server di distribuzione. Questi server sono chiamati “planet servers” e contengono l’intero dataset di OpenStreetMap.
La distribuzione dei server e dei dati è parte integrante della natura decentralizzata e collaborativa di OpenStreetMap. Questo modello distribuito aiuta a garantire la resilienza e l’affidabilità del progetto, consentendo a OpenStreetMap di essere accessibile a livello globale e di scalare per supportare un numero sempre crescente di mappatori e utenti.