OpenAI ha rimosso silenziosamente dai propri termini di utilizzo le voci che vietavano espressamente l’uso della sua tecnologia, come ad esempio ChatGPT, per scopi militari. Secondo quanto riportato dal sito The Intercept, Fino al 10 gennaio scorso la pagina “politiche di utilizzo” di OpenAI includeva il divieto di “attività che presentano un alto rischio di danni fisici, tra cui”, in particolare, “sviluppo di armi” e “militare e guerra”. Quel divieto, chiaramente formulato, contro le applicazioni militari escluderebbe apparentemente qualsiasi utilizzo ufficiale, ed estremamente redditizio, da parte del Dipartimento della Difesa o di qualsiasi altro esercito statale. La nuova policy mantiene l’obbligo di non “utilizzare il nostro servizio per danneggiare se stessi o altri” e fornisce come esempio solo “sviluppare o utilizzare armi“. Il divieto generale sull’uso “militare e bellico” è infatti svanito.
OpenAI: nuove policy come principi universali semplici da ricordare
Rispondendo ad una domanda dei colleghi di The Intercept, per maggiori chiarimenti in merito a tale modifica, il portavoce di OpenAI, Niko Felix, ha dichiarato che l’obiettivo era quello di semplificare i termini in “principi universali” come “Non danneggiare gli altri”, anche se le potenziali implicazioni riguardanti l’uso militare rimangono poco chiare. Felix ha specificato che OpenAI: “mira a creare una serie di principi universali che siano facili da ricordare e da applicare, soprattutto perché i nostri strumenti sono ora utilizzati a livello globale dagli utenti di tutti i giorni che ora possono anche creare GPT. Un principio come ‘Non danneggiare gli altri’ è ampio ma facilmente comprensibile e rilevante in numerosi contesti. Inoltre, abbiamo citato specificamente le armi e le lesioni ad altri come chiari esempi”.
La modifica a tali politiche rappresenta un indebolimento della precedente linea dura di OpenAI contro l’uso dell’AI in campo militare. Alcuni esperti ipotizzano che potrebbe lasciare aperta la strada affinché la tecnologia AI dell’azienda possa essere utilizzata indirettamente, aiutando le infrastrutture operative, purché non direttamente coinvolta nei sistemi dell’arma. Le attuali tecnologie OpenAI, come ChatGPT, hanno usi pratici limitati per gli eserciti. Tuttavia, il cambiamento nelle policy avviene in un momento in cui i dipartimenti della difesa a livello globale hanno un crescente interesse a sfruttare l’intelligenza artificiale avanzata per scopi operativi e di intelligence. Non è chiaro come OpenAI interpreterà o applicherà le nuove politiche in futuro. Tuttavia, l’utilizzo dell’AI in campo militare potrebbe aprire nuovi scenari, per certi versi abbastanza preoccupanti.