La questione Intelligenza Artificiale e copyright sta prendendo una direzione inaspettata. A quanto pare, i creatori di ChatGPT si sono detti pronti a coprire le spese legali dei clienti in caso di azioni legali. Questa mossa fa seguito al chiarimento di OpenAI rispetto a presunti problemi relativi ai diritti d’autore della propria piattaforma.
Il CEO di OpenAI, Sam Altman, ha dichiarato nella giornata di lunedì “Possiamo difendere i nostri clienti e pagare i costi sostenuti in caso di azioni legali relative alla violazione del copyright e questo vale sia per ChatGPT Enterprise che per l’API“. L’offerta di compensazione, che OpenAI definisce con il termine di Copyright Shield, si applica agli utenti business, ChatGPT Enterprise, e agli sviluppatori che utilizzano l’interfaccia di programmazione delle applicazioni di ChatGPT. Gli utenti della versione gratuita di ChatGPT o ChatGPT+, dunque, non sono stati inclusi.
Va comunque chiarito come la protezione legale in questo contesto non sia una novità di OpenAI. Google, Microsoft e Amazon si sono mossi in modo simile con i loro servizi di IA generativa e, sempre in questo modo, agiscono piattaforme come Getty Images, Shutterstock e persino i software Adobe.
Cause legali sul copyright di ChatGPT? OpenAI cerca una soluzione per non scontentare nessuno
Altman ha fatto l’annuncio alla prima conferenza degli sviluppatori di OpenAI, pensata per offrire un punto d’incontro agli sviluppatori e agli altri professionisti impegnati su ChatGPT. All’evento hanno partecipato circa 900 persone provenienti da tutto il mondo.
In questo contesto, il CEO di OpenAI ha voluto anche fare un altro importante annuncio. A fine mese, infatti, sarà disponibile per utenti e sviluppatori il nuovo app store ChatGPT. Qui, saranno pubblicizzati e venduti bot personalizzati e altre app legati alla nota chatbot e un nuovo modello, ovvero GPT-4 Turbo.
Con almeno tre cause intentate contro OpenAI e il coinvolgimento di autori come Jonathan Franzen, John Grisham, Michael Chabon, George RR Martin e Jodi Picoult, Altman sembra aver voluto scegliere una via per un compromesso proficuo per tutte le parti in causa.
In una dichiarazione precedente di OpenAI, d’altro canto, spiegava come “Siamo ottimisti e continueremo a trovare modi reciprocamente vantaggiosi per lavorare insieme per aiutare le persone a utilizzare le nuove tecnologie in un ricco ecosistema di contenuti“.