L’intelligenza artificiale di OpenAI adesso diventa in grado di affrontare e risolvere problemi ancora più complessi. La chiave di volta si chiama OpenAI o1, una batteria di modelli di ultima generazione (per ora sono due) che, lungo un processo di addestramento continuo, affinano il metodo di elaborazione attraverso l’utilizzo di varie possibilità e il riconoscimento automatico degli errori.
Gli ingegneri di OpenAI affermano che i modelli generativi o1 si comportano come studenti dei dottorati, alle prese con complesse questioni di fisica, chimica e biologia. Brillano anche in ambito matematico e nelle attività di coding.
Come funzionano i modelli OpenAI o1
Rispetto ai modelli precedenti, OpenAI o1 si distingue per la capacità di “pensare più a lungo” prima di rispondere, permettendo un livello di “ragionamento” (con le limitazioni del caso, quanto si parla di intelligenza artificiale a confronto del cervello umano…) più avanzato e una maggiore accuratezza.
Il cuore di OpenAI o1 è un processo di addestramento che imita il comportamento umano nel risolvere problemi difficili, migliorando le proprie risposte attraverso prove ed errori.
Dal punto di vista della sicurezza, il modello OpenAI o1 è in grado di rispettare e applicare meglio le regole, ottenendo risultati superiori nel prevenire i cosiddetti tentativi di bypassing, noti come “jailbreaking“.
Il modello OpenAI o1 è destinato a professionisti che affrontano sfide complesse. Dalla ricerca medica alla fisica teorica, fino allo sviluppo software, OpenAI o1 promette di diventare uno strumento essenziale per attività di annotazione dati, generazione di formule matematiche e debugging di codice complesso.
Per gli sviluppatori che cercano una soluzione più efficiente e meno costosa, OpenAI ha anche rilasciato o1-mini. Questo modello, più piccolo e fino all’80% più economico, è specializzato nel generare e correggere codice in modo rapido ed efficace, ideale per applicazioni che richiedono ragionamento senza necessità di conoscenze globali estese.
Come provare OpenAI o1
OpenAI o1 è ancora un “cantiere aperto”: la società guidata da Sam Altman ha voluto rilasciarne pubblicamente un’anteprima che, tuttavia, sarà suscettibile di modifiche e miglioramenti nel prossimo periodo. Per provare OpenAI o1, è sufficiente usare ChatGPT Plus oppure le API quindi selezionare i modelli o1-preview e o1-mini. Sono al momento esclusi gli utenti che usano la versione free di ChatGPT.
Essendo un set di modelli preliminari, OpenAI o1 non dispone ancora di molte delle funzionalità che rendono il chatbot ChatGPT ancora più utile. Si pensi all’integrazione con la navigazione Web per la ricerca di informazioni o il caricamento di immagini e file.
Risultano assenti anche caratteristiche di rilievo a livello dell’API, come il supporto per l’utilizzo degli strumenti, la funzione di chiamata, lo streaming e la personalizzazione dei messaggi. Per molti casi più comuni, per ora GPT-4o rimane più funzionale.
L’anteprima della serie o1 è il primo passo di una serie di aggiornamenti che vedranno l’introduzione di nuove funzionalità, come la navigazione sul Web e il caricamento di file e immagini.
Maggiori informazioni su OpenAI o1 sono reperibili nella sezione dedicata del sito ufficiale.