OpenAI contro DeepSeek: avrebbe copiato ChatGPT

OpenAI accusa DeepSeek di aver copiato la sua tecnologia attraverso tecniche di "distillazione", scopri cosa è successo.

La competizione nel mondo della tecnologia è sempre esistita e da quando c’è l’intelligenza artificiale, non poteva che interessare anche tale ambito. Negli ultimi giorni si sta parlando insistentemente di un nuovo modello AI noto con il nome di DeepSeek. Di origine cinese, la nuova intelligenza artificiale starebbe ottenendo ottimi risultati, anche se il colosso per eccellenza OpenAI avrebbe mosso un’accusa molto grave: proprio DeepSeek avrebbe infatti copiato ChatGPT.

Per “copia” in questo caso si intende l’utilizzo di dati generati dalla tecnologia di OpenAI per addestrare i modelli di DeepSeek.

Il sospetto di OpenAI: sarebbe avvenuta una “distillazione” illegale

La controversia si concentra su una tecnica nota come distillazione, che permette di estrarre informazioni da un modello AI avanzato per addestrarne uno più piccolo. Questo metodo è ampiamente utilizzato nel settore, ma OpenAI sostiene che DeepSeek abbia oltrepassato il limite, sfruttando in modo improprio la propria tecnologia per creare un modello concorrente.

David Sacks, consigliere della Casa Bianca per l’AI, ha dichiarato di aver trovato prove a sostegno di questa accusa. Secondo OpenAI, DeepSeek avrebbe utilizzato account legati alla propria azienda per estrarre dati attraverso l’API di OpenAI, motivo per cui l’accesso sarebbe stato bloccato per violazione delle regole.

Il caso DeepSeek: cosa c’è dietro il successo di questa nuova AI

DeepSeek ha catturato l’attenzione con il recente lancio del suo modello R1, progettato per scomporre le richieste in più passaggi logici. La società ha dichiarato di aver sviluppato il proprio modello principale, DeepSeek V3, con un investimento di soli 5,6 milioni di dollari, una cifra sorprendentemente bassa rispetto ai miliardi investiti da colossi come OpenAI, Meta e Google.

Il sospetto, quindi, è che DeepSeek non abbia costruito tutto da zero, ma abbia riutilizzato dati provenienti da OpenAI per ridurre i costi di sviluppo.

L’ironia della situazione è che anche OpenAI sta affrontando accuse di violazione del copyright. Autori, giornalisti e case editrici hanno denunciato la società per aver addestrato i suoi modelli su libri, articoli e contenuti web senza autorizzazione.

Mentre OpenAI accusa DeepSeek di essersi appropriata della sua tecnologia, essa stessa è sotto esame per aver sfruttato contenuti protetti da diritti d’autore senza compensare i proprietari.

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