Il New York Times e il Daily News, attraverso i loro legali, hanno intentato causa contro OpenAI con l’accusa di aver copiato i propri contenuti per addestrare modelli di Intelligenza Artificiale. Gli stessi avvocati, nelle scorse ore, hanno segnalato come gli ingegneri della startup hanno cancellato accidentalmente dati potenzialmente rilevanti per la risoluzione del caso.
Dall’inizio di questo autunno OpenAI ha iniziato a collaborare con gli avvocati delle controparti, offrendo accesso a due macchine virtuali per eseguire ricerche utili al processo. Nelle ultime settimane, gli esperti hanno passato svariate ore per analizzare i dati utilizzati per l’addestramento dei modelli AI ma, giusto la scorsa settimana, è avvenuto uno spiacevole incidente.
Alcuni ingegneri di OpenAI hanno infatti cancellato tutti i dati di ricerca presenti su una delle macchine virtuali. La compagnia è riuscita in parte a recuperare i dati, pur perdendo la struttura delle cartelle e i nomi di svariati file. Secondo gli avvocati dell’accusa, i dati recuperati non possono più essere utili alle indagini.
Potenziali prove cancellate: anche per gli avvocati dell’accusa è stato un semplice errore umano
Stando a quanto sostenuto dagli avvocati, il lavoro deve ricominciare da zero, con un prolungamento considerevole per quanto riguarda le tempistiche del processo.
Nel documento si legge come “I querelanti delle notizie hanno appreso solo nella giornata di ieri che i dati recuperati sono inutilizzabili e che un’intera settimana di lavoro dei suoi esperti e avvocati è andata persa, motivo per cui questa lettera integrativa è stata depositata oggi“.
A detta degli stessi legali, quanto avvenuto sarebbe frutto di un semplice errore umana e non vi sarebbe alcun dolo da parte di OpenAI, che non ha comunque voluto commentare l’accaduto. La causa tra New York Times e OpenAI procede ormai da un anno e, secondo molti, può rappresentare un punto di svolta nel rapporto tra giornalismo e AI.